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La nomina della nuova candidata genererà volatilità per i titoli del settore sanitario?

Andy Acker e Dan Lyons, gestori di portafoglio, spiegano perché è improbabile che questo cambio nella candidatura dei Democratici alla presidenza degli Stati Uniti si traduca in un'ulteriore incertezza per il settore sanitario.

Andy Acker, CFA

Andy Acker, CFA

Gestore di portafoglio


Daniel Lyons, PhD, CFA

Daniel Lyons, PhD, CFA

Portfolio Manager | Research Analyst


27 agosto 2024
4 minuti di lettura

In sintesi

  • Nonostante la novità proprio all'ultimo per il Partito Democratico con la nomina di una nuova candidata, non prevediamo cambiamenti significativi nelle proposte di politica sanitaria per il resto della campagna alle presidenziali statunitensi del 2024.
  • In effetti, per la prima volta in molti anni una riforma sanitaria su larga scala è stata assente dalla campagna elettorale, il che ha ridotto la volatilità per il settore.
  • A nostro avviso, è l'incertezza sull'economia, piuttosto che le elezioni statunitensi, che potrebbe avere un forte impatto sui titoli sanitari, con gli investitori che potrebbero potenzialmente preferire le qualità tradizionalmente difensive del settore.

Con la nomina della vicepresidente Kamala Harris quale candidata ufficiale per i Democratici alle elezioni presidenziali USA di quest'anno, subentrando al presidente Joe Biden il quale a luglio ha annunciato che non si sarebbe presentato per un secondo mandato, gli investitori del settore sanitario potrebbero chiedersi in che modo questo cambiamento dell'ultimo minuto potrebbe influire sulle prospettive del settore.

Per ora, pensiamo che la risposta sia "non molto".

Il tempo stringe, avanti con le politiche

È passato poco più di un mese da quando il Presidente Biden ha abbandonato la candidatura per il 2024 e ha appoggiato Harris per la sua successione. Per tale ragione, la vicepresidente ha avuto poco tempo per presentare proposte politiche e, di quelle annunciate, la maggior parte si concentra su questioni economiche scottanti come l'accessibilità degli alloggi e l'inflazione.

Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, Harris ha scelto di concentrarsi sui diritti riproduttivi, una questione che non ha un impatto diretto sul mercato. Inoltre, ha sottolineato i risultati dell'amministrazione Biden, in particolare l'Inflation Reduction Act (IRA), approvato nel 2022 e che ha introdotto novità significative riguardo all'accessibilità economica a Medicare, il piano sanitario governativo a favore degli anziani. Queste disposizioni comprendono il tetto massimo del costo dell'insulina a 35 dollari al mese e la limitazione delle spese vive per i farmaci per gli anziani a 2.000 dollari all'anno.

A che punto siamo con Medicare for All

Ciò che non compare nella campagna di Harris sono proposte di revisione del sistema sanitario statunitense, proposte che aveva avanzato durante la sua precedente corsa per la presidenza nel 2020. All'epoca, la vicepresidente sosteneva un disegno di legge che è diventato noto come "Medicare for All". La proposta di legge, che Harris ha co-sponsorizzato e adottato (in una versione emendata) come tema della propria campagna elettorale, avrebbe istituito negli Stati Uniti un sistema di assicurazione sanitaria nazionale a pagamento centralizzato. Ma il piano si è rivelato controverso, poiché gli elettori erano preoccupati per l'impatto sulle opzioni assicurative già in essere e per i costi a lungo termine.

Oggi, di fronte a una corsa serrata, Harris sembra riluttante a sostenere politiche che potrebbero allontanare elettori importantissimi degli stati in bilico. La sua campagna ha cercato, invece, di strutturarsi partendo dalla legge IRA, compresa l'estensione dei limiti per l'insulina e dei limiti di spesa viva a tutti gli americani, non solo agli anziani.

Ha anche accennato a "sfidare Big Pharma" attraverso una delle disposizioni normative fondamentali: la negoziazione del prezzo dei farmaci. Secondo la legge, Medicare può ora negoziare direttamente il prezzo dei farmaci ampiamente utilizzati dai partecipanti al piano, una novità nella storia del programma. I prezzi dei primi 10 farmaci sono stati diffusi questo mese; altri 15 farmaci saranno in fase di negoziazione l'anno prossimo e l'anno successivo, seguiti poi da altre 20 terapie ogni anno successivo. La vicepresidente, insieme all'amministrazione Biden, ha parlato di accelerare il ritmo delle negoziazioni e di ampliare l'elenco dei farmaci idonei.

Nelle politiche sono le sfumature che contano

Resta da vedere cosa potrebbe significare questo per il settore. Quest'anno, l'industria farmaceutica è uscita dalla negoziazione con quello che probabilmente sarà un colpo finanziario gestibile: la maggior parte dei 10 farmaci selezionati per la negoziazione stavano per essere esposti alla concorrenza dei generici oppure erano già stati pesantemente scontati così da venir presi in considerazione per i formulari dei piani, con conseguente sconto incrementale.

Andando avanti, l'impatto dipenderà da come le future amministrazioni sceglieranno di contrastare la ritrovata forza di Medicare. Ma è importante ricordare che la politica sanitaria è sempre questione di sfumature. Secondo quanto previsto dall'IRA, i farmaci a molecola piccola sono esonerati dalla negoziazione sui prezzi per sette anni dal lancio commerciale e i farmaci biologici per 11 anni (con i prezzi negoziati che non entreranno in vigore per altri due anni successivi).

Si prevede inoltre che i limiti alla spesa viva aiuteranno più persone a permettersi i farmaci prescritti, il che potrebbe spronare la domanda e quindi i volumi di vendita. Inoltre, un migliore accesso potrebbe ridurre la pressione politica sull'industria farmaceutica, dato che un numero minore di pazienti fatica a permettersi i farmaci, un effetto che probabilmente si moltiplicherebbe solo se il piano di Harris di estendere il tetto alla spesa viva a tutti gli americani venisse approvato.

Ma per quanto riguarda gli impatti a breve termine, non ci aspettiamo di vedere una maggior volatilità nel settore sanitario a seguito delle elezioni, sicuramente se confrontata con gli anni elettorali precedenti. Semmai, in assenza di proposte politiche radicali e con la crescente incertezza sull'economia, gli investitori potrebbero gravitare verso il settore per le sue qualità tradizionalmente difensive.

Questa tendenza potrebbe già prendere piede. Dal 1° luglio, quando le preoccupazioni per un potenziale rallentamento dell'economia statunitense hanno iniziato a crescere, l'indice S&P 500® Settore sanitario1 ha registrato un rendimento totale del 7,3%. L'indice S&P 500, nel frattempo, ha guadagnato solo il 3,1% e l'indice Nasdaq Composite è rimasto sostanzialmente invariato (0,1%).2

1L'S&P 500® Health Care Sector comprende le società incluse nell'indice S&P 500 che sono classificate come membri del settore sanitario GICS® .

2 Bloomberg, al 23 agosto 2024.

National Association of Securities Dealers Automated Quotation System, NASDAQ, è un sistema di quotazione computerizzato a livello nazionale per oltre 5.500 titoli over-the-counter. L'indice è composto da oltre 4.800 titoli che vengono negoziati attraverso questo sistema.

L'S&P 500® Health Care comprende le società incluse nell'S&P 500 che sono classificate come membri del settore sanitario GICS® .

L'indice S&P 500® riflette la performance dei titoli azionari ad alta capitalizzazione statunitensi e rappresenta la performance generale del mercato azionario statunitense.

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