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Acque inesplorate: come gli investitori possono contribuire ad affrontare la crisi idrica

Janus Henderson ha tenuto di recente la conferenza intitolata "Uncharted Waters", in cui si è parlato della scarsità d'acqua e delle relative implicazioni per gli investitori. Questo articolo riassume i punti chiave discussi.

Michelle Dunstan

Michelle Dunstan

Chief Responsibility Officer


3 novembre 2023
8 min di visione

In sintesi

  • Sulla base delle tendenze attuali, le Nazioni Unite prevedono un deficit globale del 40% dell'approvvigionamento idrico entro il 2030, imputabile all'aumento della domanda globale e al cambiamento climatico.
  • La crisi idrica sta colpendo le aziende di tutti i settori a uso intensivo di acqua, come quello degli alimentari e delle bevande, ma anche l'estrazione mineraria e i semiconduttori.
  • Un'analisi approfondita delle aziende e delle relative catene di approvvigionamento, unita a iniziative di engagement, può aiutare gli investitori a mitigare i rischi idrici e a beneficiare delle opportunità associate a un uso più efficiente di questa risorsa.

Nell'ottobre 2023, Janus Henderson ha tenuto la conferenza intitolata "Uncharted waters" in cui si è parlato della scarsità d'acqua e delle relative implicazioni per gli investitori. Gli analisti del team Responsible Investment and Governance di Janus Henderson hanno esposto la loro analisi dei settori ad alta intensità idrica (settori che utilizzano più acqua) e l'impatto della crescente scarsità di acqua sulle imprese. I gestori di portafoglio e gli analisti dei fondi Janus Henderson hanno parlato dell’importanza della ricerca differenziata e delle attività di engagement con le aziende per affrontare i rischi idrici. Anche vari esperti delle organizzazioni CDP (ex Carbon Disclosure Project) e China Water Risk hanno condiviso spunti sulle cause, gli effetti e l'evoluzione della crisi idrica globale.

La sicurezza idrica è da tempo una sfida globale cruciale. Negli ultimi anni abbiamo visto accelerare la crescita della popolazione e dell'attività economica, il che ha spinto la domanda della risorsa più preziosa del nostro pianeta a livelli senza precedenti e insostenibili. Si prevede che l'avanzata del cambiamento climatico metterà ancor più a dura prova le forniture idriche globali. Se le tendenze attuali continuano, entro il 2030 le Nazioni Unite prevedono una carenza globale di acqua dolce del 40%, con una domanda superiore all'offerta.

Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza degli investitori sulla necessità di ridurre le emissioni di gas serra, ma serve una maggiore attenzione nei confronti delle sfide di oggi legate alla grave scarsità di acqua. Come spiega sinteticamente la dottoressa Patricia Calderon, specialista di sicurezza idrica presso l'organizzazione no-profit internazionale CDP: "La crisi idrica si sta avvicinando alle nostre imprese, alle nostre comunità e alle nostre case".

Domanda di acqua in aumento sempre più rapido

La scarsità di acqua comporta rischi significativi per diversi settori. Tra quelli colpiti, non sorprende la presenza dell'agricoltura e dell'industria alimentare e delle bevande, ma altri settori, come il minerario e i semiconduttori, sono più esposti ai rischi idrici di quanto si possa pensare. Prendiamo l'industria delle bevande alcoliche: in genere, l'acqua costituisce quasi il 90% di una bottiglia di birra e il 60% di una di superalcolici. Ma tenendo conto di processi come il lavaggio delle bottiglie, la refrigerazione e la cottura a vapore dei cereali, l'intensità di acqua è persino maggiore: per produrre un solo litro di birra possono servire anche 8 litri di acqua. Ed è ancora poca cosa, rispetto alla quantità di acqua impiegata per coltivare i cereali usati per la produzione di birra: oltre il 90% dell'impronta idrica della birra si genera lungo la catena di approvvigionamento agricola. Oltre all'alto consumo di acqua, questo settore è molto esposto alle interruzioni della catena di fornitura, poiché l'aumento dei rischi di siccità e inondazioni esercita un impatto a lungo termine sul costo e sulla disponibilità di colture essenziali.

Il settore minerario è il secondo per intensità idrica dopo quello delle utility. Con l'accelerazione della domanda di metalli essenziali per la transizione energetica, si prevede che il consumo di acqua da parte dell'industria mineraria aumenterà ulteriormente. Un dato allarmante è che un quinto di tutte le miniere analizzate da Trucost si trova in regioni soggette a stress idrico estremo, mentre il 27% si trova in aree in cui si prevede un aumento del rischio idrico. Per esempio, il Cile, da cui proviene quasi un terzo dell'offerta globale di rame, è alle prese con una siccità cronica.

Anche la costruzione di semiconduttori fa un uso di acqua incredibilmente intensivo: il processo produttivo ne richiede 264 miliardi di galloni all'anno, equivalenti al consumo annuale di acqua di tutte le famiglie di Londra. Circa la metà delle fasi di produzione richiede acqua "ultrapura" per operazioni come la pulizia e il raffreddamento, processo in cui servono 1,5 litri di acqua normale per ottenere un litro di acqua di purezza accettabile. Si prevede che l'industria dei semiconduttori raggiungerà 1 trilione di dollari di ricavi entro il 2030, trainata dai progressi dell'elettrificazione, dell'informatica avanzata e dell'elettronica automobilistica, con il conseguente incremento della domanda di acqua. Inoltre, anche il consumo di acqua per semiconduttore è in crescita a causa di fattori come i processi di nodi più avanzati che richiedono il lavaggio di più strati. Senza innovazione, questo potrebbe significare un aumento esponenziale del consumo di acqua per il settore.

Per contestualizzare i rischi per l'economia globale, l'International Food Policy Research Institute suggerisce che le attuali pratiche di gestione dell'acqua e i livelli di produttività idrica potrebbero minacciare il 45% del PIL globale nel 2050. Parliamo di 63 mila miliardi di dollari, una cifra equivalente a 1,5 volte le dimensioni attuali dell'economia mondiale.

Valutazione dei rischi e delle opportunità

Un dibattito con i membri dei team di investimento di Janus Henderson ha rivelato la consapevolezza dei rischi idrici, ma anche delle opportunità di investimento associate a dati e analisi migliori. Hamish Chamberlayne, gestore di portafoglio di Global Sustainable Equity, sottolinea che la sua strategia non è esposta al rischio idrico visibile, poiché esclude settori ad alto impatto come l’agricoltura o l’estrazione mineraria. Ciononostante, è consapevole dei rischi complessi e sfaccettati che il problema idrico comporta, compresa la gestione dei rifiuti.

"Le sostanze chimiche coinvolte nella produzione di semiconduttori sono state una delle principali aree di interesse per noi nell'ultimo anno", spiega Chamberlayne. "Il nostro obiettivo è comprendere la quantità di rifiuti pericolosi e di inquinamento a cui sono esposte le aziende, poiché stanno emergendo importanti controversie che possono avere un impatto finanziario significativo".

Data la pervasività dei fattori di rischio idrico in tutti i settori, l'attività di engagement da parte degli investitori sta diventando un'esigenza imprescindibile, sostiene Tal Lomnitzer, senior investment manager del team Global Natural Resources di Janus Henderson. "Gli strumenti di investimento come i fogli di calcolo sono adeguati per esaminare il rischio finanziario tradizionale, ma quando si tratta di rischio non tradizionale, non c'è niente che possa sostituire l'atto di rimboccarsi le maniche e andare a vedere di persona".

Oltre alle impressioni sul campo, Lomnitzer ritiene che le informazioni più preziose su un'azienda spesso si possano scoprire andando oltre la narrazione scintillante proposta dai dirigenti. A tale riguardo, Lomnitzer cerca di ottenere il punto di vista di una sezione trasversale più ampia della comunità, compresi i lavoratori del posto, i tassisti e gli albergatori, nonché le autorità di regolamentazione e le istituzioni locali. Questi approfondimenti possono essere utilizzati nelle nostre attività di engagement, con cui incoraggiamo le aziende a intraprendere azioni specifiche mirate a generare flussi di cassa sostenibili a lungo termine.

In termini di opportunità, Kimberley Pavier, analista di sostenibilità del team Global Technology Leaders di Janus Henderson Investors, è entusiasta della prospettiva di avere a disposizione dati più completi e dettagliati, soprattutto considerando che resta una notevole carenza di conoscenze sulle infrastrutture idriche e gli ecosistemi oceanici.

Per affrontare le complessità associate ai progetti basati sull'acqua e sugli oceani, Pavier prevede una maggiore implementazione di strumenti digitali e analisi di dati, come sensori, immagini satellitari e intelligenza artificiale. Dal suo punto di vista, questi strumenti possono contribuire a sbloccare opportunità nell'economia oceanica, che secondo le stime crescerà da 1,5 a 3 trilioni di dollari entro il 2030.

Gli investitori stanno già iniziando a pensare di più all'acqua, sia in termini di rischi che di opportunità, ma la marea può solo salire nei prossimi anni. Michelle Dunstan, Chief Responsibility Officer di Janus Henderson Investors, riassume: "Molti investitori sono in ritardo perché si sono concentrati sul carbonio, la biodiversità e il capitale naturale, ma l'acqua si sta avvicinando al centro della scena".

Il nostro approccio di integrazione ESG: ponderato, pratico, basato sulla ricerca e lungimirante

Fonte: Janus Henderson al 17 ottobre 2023.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

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Chief Responsibility Officer


3 novembre 2023
8 min di visione

In sintesi

  • Sulla base delle tendenze attuali, le Nazioni Unite prevedono un deficit globale del 40% dell'approvvigionamento idrico entro il 2030, imputabile all'aumento della domanda globale e al cambiamento climatico.
  • La crisi idrica sta colpendo le aziende di tutti i settori a uso intensivo di acqua, come quello degli alimentari e delle bevande, ma anche l'estrazione mineraria e i semiconduttori.
  • Un'analisi approfondita delle aziende e delle relative catene di approvvigionamento, unita a iniziative di engagement, può aiutare gli investitori a mitigare i rischi idrici e a beneficiare delle opportunità associate a un uso più efficiente di questa risorsa.