L'incertezza politica richiede un approccio globale e selettivo alle azioni
Secondo Julian McManus, Gestore di portafoglio, la nuova amministrazione statunitense potrebbe introdurre nei mercati azionari globali una maggiore volatilità nel 2025, rendendo ancora più importante concentrarsi sui fondamentali aziendali, come il free cash flow.
1 min di visione
In sintesi
- L'esito delle elezioni statunitensi si tradurrà verosimilmente in nuove politiche commerciali e fiscali, che potrebbero accrescere la volatilità dei mercati azionari globali nel 2025.
- La transizione potrebbe anche offrire agli investitori delle opportunità per capitalizzare nuove fonti di crescita e sfruttare i divari nelle valutazioni.
- A nostro avviso, un approccio globale bottom-up all'investimento azionario nel prossimo anno potrebbe aiutare gli investitori a costruire un portafoglio più resiliente, in un periodo di maggiore incertezza.
Julian McManus: Se guardiamo alle prospettive per le azioni globali nel 2025, innanzitutto al di fuori degli Stati Uniti, penso che saranno meno dettate da ciò che accadrà ai tassi, nel senso che la visione predefinita del mondo secondo i mercati, fino all'ultimo mese circa, rifletteva secondo me l'aspettativa di un calo sincronizzato dei tassi. Fatta eccezione per il Giappone, ovviamente, che ha un proprio ciclo dei tassi.
Con l'arrivo dell'amministrazione Trump, che verosimilmente adotterà alcune politiche inflazionistiche, credo che queste aspettative sui tassi siano ora riconsiderate e ricalibrate. Ritengo pertanto che sia probabilmente più utile cercare rendimenti su una base bottom-up - e questo gioca a favore dei nostri punti di forza - che ovviamente consiste nell'individuare esempi di crescita del free-cash-flow in qualche modo sottovalutati dal mercato.
Esempi che troviamo in un certo numero di aree. Esiste quindi un'opportunità difensiva. In un momento in cui gli Stati Uniti si allontanano dall'Europa e dalla NATO e spostano la loro attenzione verso il Pacifico, i governi europei dovranno assumersi la responsabilità e gli investimenti della propria difesa. Vedrete quindi, penso in aggregato, un aumento considerevole della spesa di tali paesi per la ricostruzione della loro sicurezza e della loro difesa.
Penso che l'Asia offrirà uno scenario affascinante, con destini divergenti, e ci sarà "chi ha" e "chi non ha". A mio avviso, la Cina si troverà sicuramente in una posizione più difficile, man mano che gli Stati Uniti diventeranno più intransigenti in materia di sanzioni, di disavanzi commerciali e squilibri commerciali. Allo stesso tempo, penso che l'India sia in forte ascesa. Vediamo ragioni per una crescita a lungo termine, che si manterrà per un lungo periodo di tempo.
E poi c'è naturalmente il Giappone, con una posizione più idiosincratica. C'è molto valore, qua e là, ma bisogna essere selettivi. Bisogna essere in grado di trovare il valore su base bottom-up, dove il valore nascosto è spesso più basso nel bilancio, le strutture del capitale diventano più efficienti e le aziende diventano un po' più motivate anche riguardo alla redditività.
Individuare anche opportunità per... sul versante della valutazione. In molti casi, ad esempio in Europa, ci sono multipli più bassi, ma anche tassi di crescita più bassi. E non stiamo affatto sostenendo un avvicinamento alla parità dei multipli P/E [prezzo/utili] tra Europa e Stati Uniti. Non credo che sia realistico. Detto questo, riteniamo che ci siano alcune aziende piuttosto interessanti e in crescita ragionevolmente rapida in Europa e, ad esempio, in Asia e Giappone.
D'altro canto, negli Stati Uniti vediamo anche sacche con valutazioni probabilmente eccessive. Potremmo quindi vedere, al margine, che gli Stati Uniti diventano più convenienti – o, dovrei dire, con multipli che si correggono e comprimono – mentre alcune sacche in Europa e Asia in realtà aumentano.
Non sorprende che i rischi principali provengano dalla volatilità legata alla geopolitica. Stiamo assistendo, in tempo reale, a una serie di nomine da parte dell'amministrazione [Trump] che si insedierà a gennaio. Esse lasciano presagire una politica piuttosto aggressiva, in particolare per quanto riguarda i rapporti con l'estero e il commercio. Penso quindi che l'unica previsione possibile sia il ritorno del rischio, con un conseguente aumento della volatilità. Dobbiamo solo assicurarci che le società in cui abbiamo investito siano resilienti, rispetto a a tale volatilità, e rimangano concentrate sul free-cash-flow.
INFORMAZIONI IMPORTANTI
I titoli azionari sono soggetti ad alcuni rischi, tra cui il rischio di mercato. I rendimenti fluttueranno in risposta a sviluppi relativi all'emittente o politici ed economici.
I titoli esteri sono soggetti a ulteriori rischi, tra cui oscillazioni valutarie, incertezze politiche ed economiche, aumento della volatilità, calo della liquidità e differenze negli standard di reporting finanziario e informativo, tutti amplificati nei mercati emergenti.
Il rendimento del free cash flow, o flusso di cassa libero (FCF) è un rapporto finanziario che misura la quantità di flusso di cassa di cui dispone un'azienda in caso di liquidazione o altri obblighi, confrontando il flusso di cassa libero per azione con il prezzo di mercato per azione, e indica il livello di flusso di cassa che l'azienda guadagnerà a fronte del valore di mercato del rispettivo titolo azionario.
I rischi idiosincratici sono fattori specifici di una particolare azienda e hanno poca o nessuna correlazione con il rischio di mercato.
Il rapporto prezzo/utili (P/E) misura il corso azionario di uno o più titoli all'interno di un portafoglio rispetto all'utile per azione.
La politica monetaria è l'insieme delle politiche di una banca centrale, volte a influenzare il livello di inflazione e di crescita di un'economia. Comprende il controllo dei tassi di interesse e dell'offerta di denaro.
La volatilità misura il rischio utilizzando la dispersione dei rendimenti per un determinato investimento.
Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.
Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.
Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.
Non vi è alcuna garanzia che le tendenze passate continuino o che le previsioni si realizzino.
Comunicazione di Marketing.