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Quick View: IPC statunitense di marzo – Tre volte sono una tendenza

Greg Wilensky, Head of U.S. Fixed Income, analizza le ricadute di un'inflazione più vischiosa del previsto sia sulla traiettoria della politica monetaria che sui mercati finanziari.

Greg Wilensky, CFA

Greg Wilensky, CFA

Head of U.S. Fixed Income | Head of Core Plus


10 aprile 2024
4 minuti di lettura

In sintesi

  • I dati sull'inflazione statunitense di marzo hanno nuovamente superato le aspettative di consenso, trainati dai servizi core sensibili ai salari.
  • Anche se è probabile che il ciclo di tagli dei tassi parta in ritardo, siamo convinti che Federal Reserve (Fed) sia tuttora intenzionata ad allentare la politica restrittiva in modo da posizionare meglio l'economia per un atterraggio morbido.
  • Proprio come il mercato ha interpretato con entusiasmo la retorica accomodante della Fed alla fine del 2023, riteniamo che il rialzo dei rendimenti dei Treasury a più breve scadenza si possa considerare una deviazione dal percorso più probabile dei tassi ufficiali, anche se l'inflazione impiega più tempo per normalizzarsi completamente.

La recente cautela della Federal Reserve (Fed) – e del mercato – si è rivelata giustificata, poiché i dati sull'inflazione statunitense hanno sorpreso ancora una volta al rialzo. Con il calo dei prezzi al consumo apparentemente in stallo, il mercato ha ricalibrato le aspettative sul ritmo dei futuri tagli dei tassi dopo aver scontato in modo aggressivo uno scenario più accomodante alla fine dello scorso anno.

I dati sull'indice dei prezzi al consumo (IPC) di marzo negli Stati Uniti hanno mostrato un'inflazione superiore di poco al livello previsto nelle stime di consenso, ma in misura più marcata rispetto a quello auspicato dalla Fed e dal mercato. I prezzi core, esclusi alimentari ed energia, sono aumentati dello 0,36% su base destagionalizzata. Sebbene questo dato sia stato arrotondato allo 0,4% nei titoli dei giornali per fare notizia, la successione di sorprese al rialzo ha dato la sveglia a chi si aspettava ancora un taglio dei tassi alla riunione di giugno della Fed.

Guardando oltre l'apparenza, i dati più deludenti per i sostenitori della tesi secondo cui "l'inflazione si sta attenuando" includono i continui aumenti nel segmento dei servizi di base, alloggi esclusi, spinti soprattutto dai servizi automobilistici e medici, e un nuovo guizzo nella categoria dei pasti fuori casa. Ognuna di queste categorie riflette i segnali di resilienza del mercato del lavoro, in quanto i lavoratori sono ancora in grado di esercitare un certo grado di influenza quando cercano di ottenere salari più elevati.

JHI

Un lato positivo per la Fed – se è possibile trovarne uno – in un dato complessivamente deludente è il ritorno a una modesta deflazione dei beni core dopo il balzo del mese scorso. Altrettanto positiva è la moderazione finalmente visibile nelle categorie degli alloggi, con gli effetti notoriamente ritardati su questi dati che cominciano a farsi sentire.

Scomposizione dell'IPC statunitense

Certo, le voci tipicamente volatili come alimentari ed energia sono aumentate, ma la tendenza che probabilmente attira l'attenzione della Fed è la misura in cui i prezzi dei servizi trainati dai salari si sono dimostrati vischiosi.

Fonte: Bloomberg, al 10 aprile 2024.

A nostro avviso, se da un lato gli investitori non dovrebbero escludere del tutto un taglio dei tassi a giugno, dall'altro non devono neanche aspettarselo. Sembra che la condizione residua più probabile per un taglio a giugno sia un evento geopolitico o la diffusione di dati sorprendentemente negativi sull'occupazione. A tale riguardo, gli investitori che esultano per il proseguimento di un rally degli asset più rischiosi dovrebbero fare attenzione a ciò che desiderano.

Non così in fretta

I mercati a lungo termine erano stati troppo entusiasti nell'accogliere con favore la svolta accomodante della Fed di dicembre, ma nei mesi successivi sia gli investitori che la banca centrale hanno ridimensionato le aspettative alla luce dei progressi più lenti del previsto in termini di inflazione.

Fonte: Bloomberg, al 10 aprile 2024.

Questo dato deluderà senza dubbio la Fed. D'altra parte, servirà a dare ragione alla recente cautela della banca centrale statunitense, su cui incombe tuttora lo spettro dei cambi di rotta prematuri degli anni '70. È importante sottolineare che, sebbene i recenti sviluppi probabilmente ritarderanno la tempistica del primo taglio dei tassi, non crediamo che ciò cambi la narrazione secondo cui la Fed sta cercando di diventare meno restrittiva – e consideriamo il 5,5% restrittivo in ogni caso – abbassando i tassi non appena lo riterrà opportuno, né il fatto che è ben posizionata per agire in modo aggressivo se l'economia vacilla.

Non siamo sorpresi dalla reazione del mercato di ridurre sostanzialmente le probabilità di un taglio iniziale dei tassi di 25 punti base (pb) a giugno, né pensiamo che sia impraticabile rivedere al ribasso le aspettative per il numero totale di tagli previsti nel 2024 a due soltanto. Detto questo, consideriamo l'ampio movimento verso l'alto dei rendimenti dei Treasury da inizio anno (con quello dei titoli a 2 anni vicino al 4,97%, in rialzo dello 0,23% oggi e dello 0,7% da fine anno) una reazione leggermente eccessiva. A corroborare questa opinione contribuiscono sia l'IPC core sia l'indice dei prezzi per consumi personali core (l'indicatore preferito dalla Fed), che risultano già nettamente al di sotto del tasso offerto sui Fed fund. Il primo è aumentato del 3,8% nell'ultimo anno e il secondo probabilmente mostrerà un aumento inferiore al 3%. La politica monetaria è restrittiva e, a nostro avviso, la questione non è se ma quando la Fed inizierà ad allentare.

Una reazione eccessiva?

Il rialzo dei rendimenti statunitensi nel 2024 è stato notevole, ma il rendimento del titolo a 2 anni, appena inferiore al 5,0%, potrebbe essere difficile da giustificare dato il livello più moderato dell'indicatore di inflazione preferito dalla Fed.

Fonte: Bloomberg, al 10 aprile 2024.

Alcuni segmenti del mercato obbligazionario sono stati più rapidi a scontare un ritardo nei tagli dei tassi. Essendo più vicini a quello che considereremmo il fair value, riteniamo che una maggiore esposizione a emissioni di qualità superiore e con scadenza più breve meriti spazio in un portafoglio obbligazionario diversificato. Inoltre, più a lungo i tassi ufficiali rimangono al di sopra del 5,0%, maggiori sono le possibilità che l'economia finisca per vacillare. In particolare, i prodotti cartolarizzati statunitensi stanno riflettendo meglio delle obbligazioni societarie la possibilità che questi venti contrari per l'economia si manifestino.

 

Il rendimento dei Treasury a 2 anni è il tasso d'interesse delle obbligazioni del Tesoro degli Stati Uniti che matureranno a 2 anni dalla data di acquisto.

Un punto base (pb) equivale a 1/100 di punto percentuale.1 pb = 0,01%, 100 pb = 1%.

L'indice dei prezzi al consumo (Consumer Price Index, CPI) è un indice non gestito che rappresenta il tasso di inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, come determinato dall'U.S. Department of Labor Statistics.

La diversificazione non assicura un profitto né elimina il rischio di subire perdite negli investimenti.

La politica monetaria è l'insieme delle politiche di una banca centrale, volte a influenzare il livello di inflazione e di crescita di un'economia. Comprende il controllo dei tassi di interesse e dell'offerta di denaro.

Il quantitative easing (QE) o allentamento quantitativo è una politica monetaria utilizzata occasionalmente dai governi per aumentare l'offerta di moneta acquistando titoli di Stato o altri titoli sul mercato.

I prodotti cartolarizzati, come i titoli garantiti da ipoteca (MBS) e da asset (ABS), sono più sensibili alle variazioni dei tassi d'interesse, presentano il rischio di proroga e pagamento anticipato e sono soggetti a maggiori rischi di credito, valutazione e liquidità rispetto ad altri titoli a reddito fisso.

La volatilità misura il rischio utilizzando la dispersione dei rendimenti per un determinato investimento.

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