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Considerazioni di investimento per la seconda presidenza Trump

Con tutti gli occhi puntati sulla Casa Bianca, gli investitori devono decidere cosa comporteranno per i mercati le politiche del presidente entrante e come posizionarsi di conseguenza. In vista dell'inaugurazione, abbiamo chiesto ai nostri gestori di portafogli quali sono gli aspetti principali da considerare.

USA, Washington D.C., Casa Bianca con erba verde e cielo estivo
16 gennaio 2025
5 minuti di lettura

In sintesi

  • Si prevede che le politiche commerciali proposte dal presidente eletto Donald Trump, a cominciare dai dazi, metteranno a dura prova le imprese internazionali.
  • Le conseguenze economiche generali delle politiche commerciali di Trump, tra cui la potenziale inflazione, l'aumento dei tassi di riferimento della Federal Reserve e il rafforzamento del dollaro, presentano un misto di sfide e opportunità per gli investitori.
  • Questa svolta sottolinea la necessità per le imprese e gli investitori di adattarsi a un approccio commerciale potenzialmente più insulare e incerto da parte degli Stati Uniti.

Con l'imminente insediamento del presidente eletto Donald Trump il 20 gennaio 2025, il mondo finanziario è in fermento, fra ipotesi e analisi riguardo ai potenziali impatti sul mercato delle nuove politiche da lui proposte. L'intenzione di Trump di instaurare un regime di dazi, in particolare per le merci cinesi, e introdurre "dazi universali" su tutte le importazioni globali segna una svolta netta verso politiche commerciali di stampo protezionista. Si prevede che questo cambiamento eserciterà un'ulteriore pressione sulle imprese internazionali, che stanno già affrontando le complessità dei dazi statunitensi esistenti e una tendenza globale verso misure commerciali simili.

I piani di Trump includono una tariffa base del 10% sulle importazioni di tutti i beni prodotti all'estero, una del 60% specifica sui prodotti cinesi e una del 100% sulle auto importate. Queste proposte segnalano una sostanziale intensificazione dell'approccio "America First" sul piano commerciale, che potrebbe influenzare vari settori in modi diversi.

Le implicazioni economiche generali delle politiche commerciali di Trump, compresa la potenziale messa in discussione dello status di titoli esenti da rischio di cui godono i Treasury, sono al centro di una ridda di ipotesi. L'introduzione di quelle tariffe potrebbe anche generare inflazione, far risalire i tassi di riferimento della Federal Reserve e rafforzare il dollaro, creando così sfide e opportunità per gli investitori.

In questo articolo, condividiamo le riflessioni di alcuni gestori di portafogli su cosa aspettarsi durante la presidenza Trump e sull'importanza di affrontare attivamente le sfide che si prospettano.

Azioni globali: incertezza geopolitica, liquidità sui flussi al centro dell'attenzione

Julian McManus

"I rischi principali probabilmente sono legati alla volatilità geopolitica. Le nomine di Trump indicano un approccio intransigente, soprattutto in politica estera e sul fronte commerciale. Ciò indica un chiaro ritorno del rischio in primo piano e fa presagire un aumento della volatilità. Gli investitori probabilmente cercheranno società resilienti a questo contesto e per noi ciò significa rimanere concentrati su quelle che generano livelli di free cash flow robusti.

Quanto ai settori che potrebbero essere colpiti, segnaliamo la difesa. Man mano che gli Stati Uniti si allontanano dall'Europa e dalla NATO e si spostano verso il Pacifico, i governi europei dovranno assumere maggiori responsabilità e spendere molto di più per ricostruire la propria sicurezza".

 

Small cap statunitensi: venti di poppa dal reshoring

Jonathan Coleman 

"I titoli USA a bassa capitalizzazione saranno favoriti dalla deglobalizzazione delle catene di approvvigionamento in atto, anche nota come reshoring o onshoring. Un regime tariffario sempre più aggressivo crea opportunità per le società con maggiore esposizione all'economia statunitense. Poiché le small cap generano meno ricavi al di fuori degli Stati Uniti rispetto alle large cap, le barriere commerciali ipotizzate potrebbero renderle ancora più appetibili.

È probabile che l'amministrazione entrante dia priorità alla crescita interna attraverso politiche che includono sgravi di imposta, stimoli fiscali mirati e deregolamentazione. Questi approcci potrebbero offrire sostegno ai titoli a bassa capitalizzazione, che sono più sensibili all'economia rispetto alle loro controparti più capitalizzate. Prevediamo che la crescita degli utili delle small cap potrebbe superare quella dei titoli ad alta capitalizzazione nel 2025, anche grazie a un confronto degli utili più favorevole".

 

Obbligazionario multi-asset: torna lo scenario "più alti più a lungo"

John Kerschner

"Trump sembra avere la strada spianata per adottare le politiche che ha proposto durante la campagna elettorale: tasse più basse, dazi sui beni importati e riforma dell'immigrazione. Se attuate, alcune di queste misure potrebbero dare impulso alla crescita, ma anche determinare un'inflazione più elevata, il che impedirebbe alla Fed di tagliare i tassi tanto quanto previsto in precedenza.

A nostro avviso, il repricing dei mercati dei tassi è di buon auspicio per le obbligazioni a tasso variabile, come le CLO (collateralized loan obligation, obbligazioni di prestito garantite), poiché i tassi più alti si traducono in un reddito più elevato per gli investitori, a parità di altre condizioni.

Prendiamo per esempio le CLO AAA, che attualmente rendono il 5,4%.1 Se gli spread creditizi delle CLO rimangono costanti ai livelli attuali e i tassi si evolvono come previsto dai mercati, le CLO AAA potrebbero subire solo una modesta riduzione del rendimento nei prossimi 24 mesi".

 

Azioni europee: potenziale di rialzo sottovalutato

Tom O'Hara

"A mio avviso, il rischio più sottovalutato per le azioni europee è quello di rialzo. I rischi di ribasso sono stati sviscerati a fondo, e questo esame ha portato alla conclusione semplicistica che i dazi di Trump implicano cattive notizie per il mercato europeo fortemente orientato alle esportazioni.  L'aspetto mancante in questa analisi è che quei ricavi sono generati in gran parte nei servizi o con un approccio "local-to-local", ossia da aziende con sede in Europa che producono in Nord America e vendono in Nord America, pertanto esulano dal campo di applicazione dei dazi. In realtà, è probabile che solo il 6% delle entrate europee sarà esposto ai dazi. Abbiamo osservato un enorme scollamento tra le performance delle azioni statunitensi e di quelle europee ed è per questo che vediamo un rischio al rialzo piuttosto che al ribasso".

 

High yield: l'agenda pro-crescita potrebbe innescare un aumento delle fusioni e acquisizioni

Tom Ross

"L'agenda pro-crescita di Trump e un ritmo più rapido di tagli dei tassi d'interesse in Europa potrebbero risvegliare i cosiddetti "animal spirit" tra le aziende e portare a una ripresa delle fusioni e acquisizioni, anche grazie alla deregolamentazione. Tale situazione potrebbe tradursi in una maggiore emissione di obbligazioni. Da un certo punto di vista questo può essere considerato un fattore negativo, perché un'offerta più consistente deve essere accolta da una domanda maggiore. Tuttavia, un'attività più intensa di M&A può rivelarsi positiva per le società high yield che sono obiettivi di acquisizione, soprattutto nel caso dei titoli più stressati (con spread più elevati), che vedrebbero migliorare il rating creditizio se la società viene acquisita da un'entità più forte".

 

Mercati emergenti: ridefinizione delle catene di fornitura - chi vince e chi perde

Daniel Graña

"Non c'è dubbio che le barriere commerciali introducano inefficienze in tutta l'economia globale. Ma se nella ridefinizione delle catene di approvvigionamento alcuni paesi e aziende finiranno sulla sponda dei perdenti, altri saranno beneficiari netti poiché le multinazionali cercheranno di diversificare gli input industriali, soprattutto nell'ottica di ridurre la dipendenza dalla Cina. Nel continente asiatico, India, Vietnam e Indonesia sono tutti paesi ben posizionati per trarre vantaggio da questo processo. Anche il Messico è un potenziale vincitore, ma bisognerà osservare l'approccio che l'amministrazione statunitense entrante deciderà effettivamente di adottare con il suo vicino al confine meridionale. Resta da capire anche la misura in cui la retorica dei dazi è una tattica negoziale, con il risultato finale che potrebbe rivelarsi meno oneroso di quanto temuto dal mercato".

 

1Al 14 gennaio 2025. Calcolato utilizzando il SOFR a 3 mesi più il margine di sconto dell'indice J.P. Morgan CLO AAA.

Animal spirits: "spiriti animali" è un'espressione coniata dall'economista John Maynard Keynes per riferirsi ai fattori emotivi che influenzano il comportamento umano e all'impatto che questo può avere sui mercati e sull'economia.

Rating creditizio: valutazione indipendente dell'affidabilità creditizia di un mutuatario da parte di un'agenzia riconosciuta come Standard & Poors, Moody's o Fitch. Vengono utilizzati punteggi standardizzati come "AAA" (rating creditizio elevato) o "B" (basso rating creditizio), sebbene altre agenzie possano presentare i loro rating in formati diversi.

Obbligazioni di prestito garantite (CLO). Un pacchetto di prestiti a leva alle aziende di qualità generalmente inferiore, raggruppati in un unico titolo che genera reddito (pagamenti sul debito) dai prestiti sottostanti. La natura regolamentata delle obbligazioni detenute dai CLO significa che, in caso di default, l'investitore è quasi in prima fila per rivendicare diritti sui beni del mutuatario. La natura regolamentata delle obbligazioni detenute dai CLO significa che, in caso di default, l'investitore è quasi in prima fila per rivendicare diritti sui beni del mutuatario.

Rischio di ribasso: una stima di quanto un titolo o un portafoglio può perdere se il mercato si muove in direzione contraria.

Flusso di cassa libero (FCF): liquidità che un'azienda genera dopo aver tenuto conto delle spese correnti quotidiane e delle spese in conto capitale. Può poi utilizzare tale liquidità per fare acquisti, distribuire dividendi o ridurre il debito.

Aggressivo/accomodante: un atteggiamento aggressivo delle autorità monetarie indica che sono orientate a inasprire le condizioni finanziarie, per esempio invocando tassi d'interesse più elevati per frenare l'inflazione. Si contrappone a un atteggiamento accomodante, orientato ad allentare la politica monetaria, ossia propenso a tagliare i tassi d'interesse per stimolare l'economia.

Inflazione: il tasso di aumento dei prezzi di beni e servizi in un'economia. Due parametri usati comunemente per misurarla sono l'indice dei prezzi al consumo (CPI) e l'indice dei prezzi al dettaglio (RPI). È il contrario di deflazione.

Large cap: società ben affermate con una valutazione (capitalizzazione di mercato) superiore a una determinata soglia, ad es. 10 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Può anche essere usato come termine relativo. Gli indici a grande capitalizzazione, come il FTSE 100 nel Regno Unito o l'S&P 500 negli Stati Uniti, riflettono le performance delle più grandi società quotate in borsa, piuttosto che dell'insieme dei titoli al di sopra di una certa soglia dimensionale.

Fusioni e acquisizioni (M&A): è un'espressione generica riferita al consolidamento di società o beni attraverso vari tipi di transazioni finanziarie, tra cui fusioni, acquisizioni, consolidamenti, offerte pubbliche di acquisto, acquisti di asset e acquisizioni da parte del management.

Protezionismo: la pratica di limitare il commercio tra paesi, di solito con l'intento di proteggere le imprese e i posti di lavoro locali dalla concorrenza straniera. Le misure adottate comprendono in genere quote (limiti al volume o al valore dei beni e dei servizi importati) o tariffe (tasse o dazi imposti sui beni e servizi importati).

Reshoring: trasferimento nel paese di origine delle operazioni aziendali che erano state spostate all'estero.

Tasso privo di rischio: il tasso di rendimento di un investimento con rischio teoricamente nullo. Il benchmark per il tasso privo di rischio varia nei diversi paesi. Per esempio, negli Stati Uniti spesso si utilizza il rendimento del Treasury bill a tre mesi (uno strumento del mercato monetario a breve termine).

Premio di rischio: il rendimento aggiuntivo atteso da un investimento, in aggiunta al tasso privo di rischio. Più si ritiene che un asset sia rischioso, maggiore sarà il suo premio per il rischio, per compensare gli investitori per il rischio aggiuntivo.

Small cap: società con una valutazione (capitalizzazione di mercato) compresa entro una determinata fascia, ad es. tra 300 milioni e 2 miliardi di dollari negli Stati Uniti, anche se queste cifre in genere rappresentano solo una stima. I titoli small cap potenzialmente offrono una crescita più rapida rispetto a quelli di società più grandi, a fronte di una maggiore volatilità.

Spread/spread creditizio: la differenza di rendimento tra due obbligazioni con la stessa scadenza, ma qualità creditizia diversa. Viene spesso utilizzato per descrivere la differenza di rendimento tra un'obbligazione societaria e un titolo di Stato equivalente.

Titoli del Tesoro/Treasury USA: titoli obbligazionari emessi dal governo degli Stati Uniti. Acquistando titoli di Stato, l'investitore diventa un creditore del governo. I buoni del tesoro e i titoli di Stato statunitensi sono garantiti dalla piena fiducia e dal credito del governo degli Stati Uniti. Sono generalmente considerati privi di rischio di credito e di norma hanno rendimenti inferiori rispetto ad altri titoli.

Volatilità: la rapidità e l'ampiezza delle oscillazioni positive o negative del prezzo di un portafoglio, un titolo o un indice di mercato. Se il prezzo oscilla verso l'alto o verso il basso con movimenti ampi ha un'alta volatilità. Se il prezzo si muove più lentamente e in misura minore ha una volatilità inferiore. Più alta è la volatilità, maggiore è il rischio dell'investimento.

Rendimento: il livello di reddito di un titolo in un determinato periodo, in genere espresso come tasso percentuale. Per le azioni, una misura comune è il rendimento da dividendo, che si ottiene dividendo le distribuzioni erogate di recente su ogni azione per il prezzo dell'azione. Per un'obbligazione, questo viene calcolato dividendo il pagamento della cedola per il prezzo corrente dell'obbligazione. Per i fondi comuni di investimento, si calcola dividendo i dividendi per azione dell'anno finanziario in corso (inclusi i dividendi prospettici) per il prezzo corrente per azione, e quindi moltiplicando per 100 per ottenere una cifra percentuale.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

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