Identificare opportunità in un contesto di grandi squilibri
Marc Pinto, Head of Americas Equities, analizza la reazione dei mercati ai dazi del Presidente Trump e le opportunità generate, a suo avviso, da questa fase di instabilità.
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In sintesi
- I mercati azionari hanno reagito in modo significativo all'incertezza suscitata da dazi più alti del previsto e dal loro potenziale impatto su aziende, consumatori e crescita economica degli Stati Uniti.
- Se i dazi verranno applicati come annunciato, l'esperienza ci dice che le aziende più forti nel proprio settore si ritroveranno rafforzate, mentre le imprese con modelli di business più compromessi saranno quelle che soffriranno maggiormente.
- In qualità di gestori attivi, abbiamo la possibilità di guardare oltre gli indici e trovare modelli di business di qualità e società che hanno il controllo del proprio destino, capaci a nostro avviso di sovraperformare nel lungo periodo.
INFORMAZIONI IMPORTANTI
I titoli azionari sono soggetti a rischi, compreso il rischio di mercato. I rendimenti fluttueranno in risposta a sviluppi relativi all'emittente o politici ed economici.
L'indice S&P 500® riflette la performance delle azioni large cap statunitensi e rappresenta la performance generale del mercato azionario statunitense.
Lo S&P 500® Equal Weight Index è la versione equiponderata dell'ampiamente utilizzato S&P 500. L'indice comprende gli stessi componenti dell'indice S&P 500 ponderato per la capitalizzazione, ma a ciascuna società dell'indice S&P 500 EWI viene assegnato un peso fisso o lo 0,2% del totale dell'indice a ogni ribilanciamento trimestrale.
Deficit commerciale: quando le importazioni di un paese superano le esportazioni in termini di valore.
Marc Pinto: Salve a tutti. Sono Marc Pinto, di Janus Henderson Investors, e vorrei parlare un po' della volatilità osservata di recente sui mercati, a seguito del cosiddetto Liberation Day, il 2 aprile. Credo che possiamo affermare che l'entità dei dazi annunciati dall'amministrazione Trump sia stata probabilmente più elevata e più drastica di quanto il mercato si aspettasse. Di conseguenza, anche se il mercato ha mostrato una certa debolezza prima di questa giornata, la reazione dopo il Liberation Day è stata probabilmente un po' più severa di quanto ci saremmo aspettati.
Credo che il mercato nutra alcune preoccupazioni, che sono state ben evidenziate dalla stampa e che non dovrebbero sorprenderci. La prima è che l'applicazione dei dazi non solo sconvolge la supply chain globale, ma avrà un impatto sui prezzi delle merci acquistate dai consumatori statunitensi. E abbiamo già osservato un certo calo della fiducia dei consumatori. I dati di febbraio, ad esempio, sono stati un po' deboli. Penso che aumenteranno quindi i timori per l'inflazione, per il costo delle merci, con un'ulteriore pressione negativa sui consumi, che rappresentano un'area significativa dell'economia. Chiaramente, monitoriamo la situazione molto da vicino.
La seconda preoccupazione è che questi dazi siano inflazionistici. E credo sia molto difficile contestare che i prezzi più elevati, ad un certo punto, dovranno essere trasferiti ai consumatori. Le imprese potranno assorbire gli incrementi di prezzo dovuti ai dazi solo per un certo periodo di tempo, in quanto ciò avrà un impatto sui loro margini e sulla loro redditività. Vedremo quindi che questo si tradurrà in inflazione e ci sono state alcune stime piuttosto significative in termini di crescita dell'inflazione.
L'altra preoccupazione, naturalmente, riguarda la risposta dei mercati europei e la reazione dei nostri partner commerciali, e questo resta da vedere nei prossimi giorni. Secondo una scuola di pensiero, che riteniamo molto plausibile, siamo all'inizio di una trattativa tra l'amministrazione Trump e gran parte dei nostri partner commerciali. Se guardiamo alle aree in cui sono stati imposti i dazi più elevati, riscontriamo che si tratta di paesi con cui abbiamo un deficit commerciale significativo. Penso che si tratti di cercare di recuperare un certo equilibrio nelle situazioni in cui non abbiamo un deficit commerciale molto elevato e, auspicabilmente, portare questi paesi al tavolo dei negoziati, perché ci sono casi in cui i dazi sui beni statunitensi sono estremamente alti.
Per quanto riguarda i mercati, essi hanno reagito in modo piuttosto radicale, come avrete certamente visto, ma non in maniera coerente. Abbiamo osservato reazioni più nette nei settori orientati ai consumi e nelle imprese che dipendono dalla supply chain globale. Quindi i movimenti [iniziali] di Nike, Amazon, Apple, per citarne sono alcuni, sono stati più severi rispetto al resto del mercato, in quanto molti dei loro prodotti vengono realizzati al di fuori degli Stati Uniti. Ma abbiamo visto altri settori in cui la risposta è stata più contenuta. È interessante notare che nel settore automobilistico la reazione delle case statunitensi è stata minore: si potrebbe in effetti sostenere che per loro è un dato abbastanza positivo.
Quindi, dove cogliere opportunità in questa situazione? Qualche volta, nelle fasi di grande instabilità dei mercati, come ci piace dire, il bambino viene buttato via con la proverbiale acqua sporca. E in situazioni come questa, i nostri gestori di portafoglio e i nostri analisti cercano davvero le società di alta qualità che, forse, non deteniamo perché avevano valutazioni storicamente un po' elevate. Ma sono aziende che rispettano tutti i requisiti, i criteri di qualità in termini di utili e flussi di cassa costanti, di elevata visibilità sul loro futuro e di prospettive di utili e ricavi, e sono inoltre forti o dominanti nei loro settori. [Aziende] che definiscono davvero l'agenda del settore e hanno il controllo del proprio destino. Questo è probabilmente il dato più importante.
Quindi, stiamo sicuramente prestando molta attenzione alla sostituzione di alcune delle partecipazioni più colpite dai dazi, magari con società di qualità superiore che, pur esposte ai dazi, come d'altra parte la maggior parte delle aziende, sono in una posizione migliore per negoziarli.
Non va dimenticato che da tempi difficili e incerti, e in cui i margini vengono compressi, come accadrà se questi dazi continueranno ad essere applicati, le aziende più forti di qualsiasi settore usciranno più forti e migliori. Le società che non controllano il proprio destino, che hanno modelli di business messi maggiormente a dura prova, saranno quelle che soffriranno di più. Come sapete, siamo sempre stati attenti alla qualità, e penso che il tema della qualità sia ora più importante che mai.
All'inizio di quest'anno, o alla fine dell'anno scorso, pensavamo che nel 2025 il mercato in generale avrebbe sovraperformato gli indici concentrati. E abbiamo spiegato che, a nostro avviso, l'indice S&P 500 equiponderato avrebbe sovraperformato l'indice S&P 500. Abbiamo parlato delle opportunità per le small cap e di quelle per le aziende internazionali. E penso che uno dei temi di un mercato più ampio sia che gli indici concentrati, specialmente nell'S&P 500, dove c'è molta tecnologia, molte grandi aziende orientate ai consumatori, come Amazon, saranno... avranno un impatto sproporzionato sull'indice.
Ora, come gestori attivi prestiamo certamente attenzione agli indici, ma abbiamo la possibilità di orientarci verso quelle che consideriamo le migliori opportunità di rendimento corretto per il rischio. Abbiamo continuato a sostenere che il mercato in generale è favorevole alla gestione attiva, in quanto abbiamo l'opportunità di individuare società che riteniamo in grado di sovraperformare sul lungo periodo, che non sono componenti significativi di un determinato indice. E il fatto di poter guardare a tutti i mercati e considerare uno spettro più ampio di società ci dà un vantaggio in termini di ricerca di imprese che riteniamo in grado di sovraperformare il mercato e di offrire rendimenti corretti per il rischio più interessanti.
Un'ultima riflessione, con cui vorrei lasciarvi: per quanto sconvolgente sia stata la reazione del mercato negli ultimi due giorni, credo sia importante ricordare che di tanto in tanto osserviamo forti instabilità del mercato. E anche se non sono frequenti, quando accadono, sono piuttosto drammatiche e inquietanti. Che si tratti della crisi finanziaria del 2008, della fine dell'era dot-com nel 2001 o della crisi del credito del 1998, abbiamo visto il mercato riprendersi molto bene da queste turbolenze. E ci vorrà del tempo. Ma nel lungo periodo, investire in questi periodi di timori e sconvolgimenti estremi si è rivelato utile.
Naturalmente, non possiamo prevedere quando i mercati si riprenderanno e quando la situazione si stabilizzerà, ma la storia ci insegna che questi tempi incerti possono offrire buone opportunità di acquisto, che i nostri gestori di portafoglio stanno rilevando in alcune società rivelatesi molto più interessanti, in questo contesto di grande instabilità.
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Comunicazione di Marketing.