Visione azionaria globale: uno sguardo oltre i Magnifici Sette
Le opportunità di crescita vanno ben oltre i titoli mega-cap tecnologici dei "Magnifici Sette". In questo articolo parliamo dei venti favorevoli alle large cap, del “dividendo della pace” in Europa e della riforma economica in Giappone.
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In sintesi
- Nuovi driver di mercato stanno creando nuove opportunità per gli investitori azionari, mentre altre aree del mercato arrancano.
- Questo avvantaggia le large cap europee, mentre le tensioni geopolitiche aumentano il focus sulla difesa e e le riforme economiche in Giappone prendono slancio.
- Le strategie azionarie europee e globali, basate su una solida comprensione dei driver di mercato, offrono accesso a opportunità interessanti.
Le azioni globali sono trainate da un numero ristretto di società leader, in particolare i colossi della tecnologia che formano il gruppo dei cosiddetti Magnifici Sette. Ora, però, la gamma di opportunità si sta ampliando. In questa sede esaminiamo i principali fattori in gioco in Europa e Giappone, come hanno spiegato i gestori di portafoglio Tom O'Hara, Rory Stokes e Julian McManus al recente "Global Investment Summit" di Janus Henderson.
Grande è bello
Negli ultimi tempi, grandi e potenti operatori storici che vantano una quota di mercato significativa, forti margini di guadagno e solidi bilanci hanno usato abilmente la loro posizione. Secondo Tom O'Hara, Portfolio Manager European Equities, così facendo hanno beneficiato delle condizioni favorevoli create da un calo del “denaro facile” nel segmento venture capital (VC).
Secondo l'analisi del provider di dati sui mercati privati PitchBook e della National Venture Capital Association, nel 2023 la raccolta di fondi VC negli Stati Uniti è diminuita del 60%, scendendo ai minimi da sei anni. Questo trend si è esteso anche all'Europa, con implicazioni rilevanti per l'economia, soprattutto tra le imprese in erba che vedono diminuire le loro riserve di liquidità a causa dell'aumento dei tassi di interesse e dei costi.
"È il caso, ad esempio, dei produttori di birra, dove stiamo assistendo a una serie di fallimenti tra le piccole aziende artigianali", ha spiegato Tom. "Questa è la conseguenza diretta del prosciugamento dei finanziamenti dovuto al ritorno dell'inflazione".
I produttori più piccoli ne hanno risentito in modo particolare, e spesso hanno dovuto contrarre prestiti per finanziare le attrezzature, le materie prime e, in alcuni casi, i costi operativi. Nel Regno Unito, a causa delle crescenti pressioni il numero di fallimenti nel settore è aumentato da 35, nel 2022, a 52, nel 2023, secondo i dati della società di contabilità Price Bailey.
"È un ottimo momento per i grossi produttori di birra con forti margini di profitto e solidi bilanci", aggiunge Tom a proposito della forte tendenza al riconsolidamento del settore.
Venti a favore per le large cap
In altre aree del mercato, questa diminuzione del capitale privato ha portato a una riaccelerazione tra le aziende più grandi, grazie ad acquisizioni di società più piccole a valore strategico (bolt-on). In precedenza erano state scoraggiate dalle valutazioni elevate favorite dal lungo periodo di bassi tassi di interesse e dal fatto che il private equity fosse eccessivamente zelante nel processo di offerta.
Il cambio di mentalità è dimostrato da società come il fornitore europeo di servizi di ristorazione Compass Group e il principale produttore di ascensori e scale mobili KONE, che perseguono opportunità di crescita inorganica perché i multipli di valutazione dei target di acquisizione bolt-on sono scesi.
A maggio, Compass Group ha acquisito la società di catering CH&CO con un'operazione da 475 milioni di sterline (604,2 milioni di dollari), mentre KONE ha completato l'acquisizione di Orbitz Elevators, fornitore australiano di ascensori e scale mobili realizzati su disegno del cliente per proprietà commerciali e residenziali. Come ha spiegato Tom, questi sono solo due esempi di large cap con il vento a favore.
Più grande è, meglio è?
Spesso essere grandi è un vantaggio, ma anche "nella botte piccola c'è il vino buono", ha osservato Rory Stokes, Portfolio Manager European Equities, sottolineando che, dal 2008, il 90% dell'attività globale di fusione e acquisizione (M&A) è stata inferiore ai 5 milioni di dollari in termini di capitalizzazione di mercato.
"I premi M&A che si possono ottenere sia da grandi aziende che intendono colmare i buchi nei loro portafogli che da società di private equity che vogliono impiegare il capitale dovrebbero vedere significativi premi di controllo confluire nelle azioni a piccola capitalizzazione: è un ottimo momento".
Rory ha spiegato che negli ultimi tre anni le azioni a bassa capitalizzazione hanno perso terreno rispetto alle large cap, e questo è in parte dovuto al generale stato di ansia che ha penalizzato gli asset rischiosi, mentre gli investitori aspettavano una recessione globale che non è mai arrivata. Tuttavia, ora che i tassi di interesse hanno toccato il picco e l'ottimismo degli investitori è tornato, Rory ritiene che le azioni small cap offrano buone opportunità di crescita.
Rory si è inoltre occupato del confronto tra pubblico e privato nel segmento delle small cap europee, e di quello che ne consegue per gli investitori: "Sono sempre incuriosito dai gestori di private equity che sostengono di avere asset di qualità superiore rispetto ai mercati pubblici. In effetti, il private equity spesso detiene società sulle quali c'è pochissima trasparenza, che in genere hanno bilanci pessimi e sono gestite da proprietari con una visione miope di breve termine", ha aggiunto.
"Diciamo che sono disposto a credere ai gestori di private equity che sostengono di avere asset di qualità superiore come credevo ai miei compagni di scuola che dicevano di avere la ragazza, solo che lei andava scuola dall'altra parte della città – è possibile, ma credo sia improbabile".
Il "dividendo della pace" inverte la rotta
In seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica tra il 1988 e il 1991, l'allora presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush e il primo ministro britannico Margaret Thatcher coniarono lo slogan politico "dividendo della pace" per descrivere il beneficio economico di una diminuzione della spesa per la difesa.
"Quando è caduto il muro di Berlino, la spesa per la difesa americana superava il 7% del PIL e negli anni successivi ha registrato un calo di circa il 3%," ha affermato O'Hara, osservando che gli Stati Uniti e l'Europa sono entrati in un periodo di parziale inversione di tendenza.
Come abbiamo spiegato nel nostro articolo all'inizio dell'anno "Gli investitori e la nuova era geopolitica", la guerra in Ucraina e le crescenti tensioni geopolitiche hanno richiamato l'attenzione delle nazioni, in particolare nell'UE, sul fatto che il lungo periodo di pace e stabilità abbia indotto a trascurare la spesa per la difesa. A sua volta, questo ha spinto gli investitori a riconoscere la necessità di trovare metodi etici per il riarmo europeo.
"C'è stata una forte presa di coscienza rispetto alla spesa militare europea", ha affermato Rory, che sta studiando il mercato per individuare esposizioni hi-tech a questo tema. Inoltre, il conflitto russo-ucraino ha evidenziato il ruolo vitale della fanteria nel mantenere i confini europei.
Rory ha spiegato che la svedese Invisio, leader mondiale delle comunicazioni tattiche e dei sistemi di protezione dell'udito, e l'olandese Theon, leader nello sviluppo e nella produzione di sistemi di visione notturna e di imaging termico, offrono opportunità di mercato interessanti legate a questo tema.
Il ritorno dell'Abenomics
Sul piano globale, in Giappone il calo persistente e di lunga data dello yen, che a fine maggio ha toccato i minimi da 34 anni rispetto al dollaro USA, ha indotto la politica a passare all'azione. In risposta alla debolezza della valuta, i legislatori giapponesi hanno creato un gruppo di 20 accademici ed economisti di spicco per individuare riforme economiche strutturali per contrastare la diminuzione della competitività globale del Paese e dirottare i profitti esteri per stimolare la crescita interna.
Il gruppo di esperti dovrebbe perfezionare le sue proposte questo mese.
“Le riforme di cui si ora si sente parlare più spesso in realtà sono sul tavolo da una decina di anni”, ha spiegato Julian McManus, Portfolio Manager del Team Global Alpha Equity. "Tutto è iniziato quando il primo ministro Shinzo Abe ha introdotto il codice di corporate governance e stewardship, dieci anni fa".
Le riforme imminenti hanno spinto le aziende giapponesi ad agire in modo proattivo. Il Gruppo Toyota ha iniziato a liquidare le sue partecipazioni incrociate e a riacquistare azioni per migliorare l'efficienza delle strutture di capitale.
"In Giappone stiamo assistendo a un vero e proprio cambiamento", ha aggiunto Julian. "Mentre l'anno scorso hanno prevalso il quant trade o il beta trade, con acquisti veloci di tutto ciò che era scambiato al di sotto del valore contabile, facendolo lievitare fino a 1 volta il valore contabile, ora chi seleziona titoli come me può comprendere meglio le opportunità idiosincratiche selettive dei titoli.".
Il Giappone è solo una delle regioni a livello globale in cui Julian vede opportunità interessanti, a parte la tecnologia statunitense, come spiegato in un articolo precedente, "Perché gli investitori dovrebbero guardare oltre i Magnifici 7 per cogliere le opportunità dell'AI".
Un affare rischioso
Il panel si è concluso delineando i principali rischi per le rispettive strategie: Tom ha ammesso di non sapere ancora se il mercato europeo continuerà a cercare rifugio nelle grandi società macro-resilienti o se amplierà i suoi orizzonti alle azioni a piccola e media capitalizzazione.
La direzione di marcia, ha osservato, dipenderà dal fatto che il mercato abbia la conferma sui tagli dei tassi di interesse. Tuttavia, le imminenti elezioni negli Stati Uniti e in Europa complicano le decisioni sui tassi di interesse da parte delle banche centrali, che dovranno stabilire se e quando ridurre i costi di finanziamento.
Sulla base di queste considerazioni, Rory ha osservato che un eventuale errore politico il prossimo anno rimane una grossa preoccupazione, e ha aggiunto che le banche centrali hanno tardato ad aumentare i tassi di interesse e, pertanto, la minaccia di tagli tardivi comporta un rischio significativo.
Infine, Julian ha evidenziato i rischi geopolitici, in particolare le elezioni presidenziali statunitensi di novembre e la possibile imposizione di dazi punitivi alla Cina, che potrebbero portare a un'altra guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo. Tuttavia, lo scenario è meno allarmante se si considera che questi rischi geopolitici sono ben segnalati e possono essere tenuti in considerazione per il posizionamento della seconda metà dell'anno.
Bilancio: rendiconto finanziario che fotografa attività, passività e patrimonio netto in un determinato momento. Ogni segmento fornisce agli investitori un'idea di ciò che l'azienda possiede e deve, nonché dell'importo investito dagli azionisti. Si chiama bilancio a causa dell'equazione contabile: attività = passività + patrimonio netto.
Beta trade: si riferisce a una strategia di trading che prevede l'assunzione di posizioni in titoli in base al loro beta, che è una misura della volatilità, o del rischio sistematico, di un titolo o di un portafoglio rispetto al mercato nel complesso.
Valore contabile: si riferisce al valore patrimoniale netto di una società, calcolato sottraendo le passività totali dalle attività totali.
Premio di controllo: indica l'importo che un acquirente è disposto a pagare in eccesso rispetto al valore equo di mercato delle azioni per ottenere una partecipazione di controllo in una società quotata in borsa.
Multipli di valutazione elevati: si riferisce al parametro utilizzato per valutare il valore di un'azienda mettendola a confronto con i concorrenti del settore, in genere in base al rapporto prezzo/utili (P/E), al rapporto prezzo/vendite (P/S), al rapporto prezzo/valore contabile (P/B) o al rapporto tra valore aziendale ed EBITDA (EV/EBITDA). Se un'azienda ha multipli di valutazione elevati significa che il suo prezzo, misurato da questi rapporti, è elevato rispetto agli utili, alle vendite, al valore contabile o all'EBITDA, in confronto ad altre società dello stesso settore.
Large cap: società ben affermate con una valutazione (capitalizzazione di mercato) superiore a una determinata soglia, ad es. 10 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Può anche essere usato come termine relativo. Gli indici a grande capitalizzazione, come il FTSE 100 nel Regno Unito o l'S&P 500 negli Stati Uniti, riflettono le performance delle più grandi società quotate in borsa, piuttosto che dell'insieme dei titoli al di sopra di una certa soglia dimensionale.
Magnifici Sette: Apple, Microsoft, la società madre di Google Alphabet, Amazon, Nvidia, Meta e Tesla sono state soprannominate i "Magnifici Sette" per le loro enormi capitalizzazioni di mercato, che esercitano un'influenza sproporzionata sugli indici Nasdaq e S&P 500 ponderati per la capitalizzazione di mercato.
Private equity: investimento in una società non quotata in borsa. Come gli investimenti infrastrutturali, in genere coinvolge investitori che impegnano grandi quantità di denaro per lunghi periodi di tempo.
Margine di profitto: il guadagno ottenuto dalle vendite di un prodotto o servizio, al netto dei costi aziendali e di produzione.
Quant trade: si riferisce a una strategia di trading che basa il processo decisionale sull'analisi quantitativa. Il trading quantitativo prevede l'uso di modelli matematici, analisi statistiche e processi algoritmici per individuare opportunità di trading ed eseguire operazioni.
Fondi di venture capital: un tipo di investimento di private equity che in genere comporta l'investimento in aziende in fase iniziale che richiedono capitale, spesso prima che abbiano iniziato la produzione o iniziato a generare ricavi. Considerato un investimento ad alto rischio e ad alto rendimento, può comportare un rischio maggiore di perdita di capitale.
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Comunicazione di Marketing.