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Azionario sostenibile: lo squilibrio petrolifero apre la strada alla crescita della filiera dei veicoli elettrici

Secondo le previsioni, la crescita attesa delle flotte di veicoli elettrici (EV) contribuirà a rallentare l'aumento della domanda di petrolio entro la fine del decennio. Hamish Chamberlayne esamina i potenziali effetti sul mercato del petrolio e le opportunità di investimento che emergeranno nella filiera dei veicoli elettrici.

Hamish Chamberlayne, CFA

Hamish Chamberlayne, CFA

Head of Global Sustainable Equities | Portfolio Manager


29 luglio 2024
6 minuti di lettura

In sintesi

  • Nonostante il temporaneo rallentamento delle vendite di veicoli elettrici, si prevede che la flotta globale crescerà a sufficienza per contribuire in modo determinante all'arresto della crescita della domanda di petrolio entro la fine del decennio.
  • Probabilmente lo squilibrio tra domanda e offerta sul mercato del petrolio aumenterà, a causa dell'eccesso di offerta, ponendo un limite al prezzo della materia prima e promuovendo l'elettrificazione dei trasporti.
  • Questo getta le basi per una solida ripresa delle vendite dei veicoli elettrici , favorita dal lancio di modelli a basso costo, e la filiera in generale beneficerà della progressiva elettrificazione delle auto.

Nonostante un momentaneo calo delle vendite di veicoli elettrici, le proiezioni indicano un aumento significativo delle dimensioni complessive della flotta, a un livello che dovrebbe contribuire a frenare la crescita della domanda di petrolio entro la fine del decennio. Verosimilmente, il cambiamento atteso coinciderà con un notevole aumento dell'offerta di petrolio, che creerebbe uno squilibrio sul mercato petrolifero, favorirà l'elettrificazione dei trasporti e genererà opportunità di investimento lungo l'ampia filiera dei veicoli elettrici. Il calo delle vendite, associato all'entusiasmo per l'intelligenza artificiale (AI), ha sicuramente distolto l'attenzione dai veicoli elettrici, ma riteniamo che offra significative opportunità di lungo termine nell'universo degli investimenti azionari sostenibili.

Calano le vendite degli EV

Secondo la pubblicazione annuale Electric Vehicle Outlook (EVO) di BloombergNEF (BNEF), le proiezioni di vendita di veicoli elettrici da qui al 2026 sono state abbassate di 6,7 milioni. Inoltre, dal rapporto EVO è emerso che, sebbene la decelerazione della domanda non sia universale1 – e i veicoli elettrici saranno leggermente supportati dalla rinascita degli ibridi plug-in (PHEV) – solo alcuni Paesi nordici (Norvegia e Svezia)2 e lo stato della California riusciranno a eliminare le emissioni delle flotte di veicoli passeggeri entro il 2050.

Gli analisti di BNEF hanno osservato che alcuni mercati stanno registrando un "rallentamento significativo" e, di conseguenza, molte case automobilistiche hanno posticipato i loro obiettivi sugli EV, mentre la finestra per azzerare le emissioni nette nel trasporto su strada "si sta rapidamente chiudendo".

Tuttavia, nonostante il rallentamento delle vendite di veicoli elettrici, nel complesso il settore sembra ben avviato verso una crescita sostenuta della flotta. Di fatto, sei delle 10 principali case produttrici di veicoli elettrici negli Stati Uniti hanno registrato un aumento delle vendite tra il 56% (Hyundai-Kia) e l'86% (Ford).3

General Motors sembra destinata a trainare la forte espansione dei veicoli elettrici negli Stati Uniti, dopo che la casa automobilistica di Detroit che si è impegnata a elettrificare molti dei suoi modelli principali. Questa gamma include un SUV Equinox al prezzo di 35.000 dollari e la sua controparte, il Blazer (34.500 dollari), oltre ai pick-up elettrici Silverado (96.495 dollari) e GMC Sierra (99.495 dollari).

Contribuendo a questa crescita, nel loro ciclo di vita i veicoli elettrici possono essere più convenienti di quelli con motore a combustione interna (ICE), grazie ai minori costi di carburante e di manutenzione e al minor numero di possibili guasti al motore.4 Il diverso propulsore di un veicolo elettrico presenta vantaggi che possono compensare i costi iniziali più elevati.5 Da uno studio condotto dall'Università del Michigan nel 2018 è emerso che il costo medio per rifornire un'auto elettrica era di 485 dollari all'anno, rispetto ai 1.117 dollari di un veicolo a gas. Inoltre, con l'aumento dei volumi di produzione e lo sviluppo della tecnologia delle batterie, è probabile che i prezzi si uniformeranno a quelli dei veicoli ICE.6

Squilibrio sul mercato del petrolio

La crescita attesa delle vendite di veicoli elettrici potrebbe interrompere l'aumento della domanda di petrolio entro la fine del decennio, con lo squilibrio del mercato petrolifero ulteriormente aggravato da una sorprendente crescita dell'offerta.

Secondo l'outlook annuale di medio termine dell'Agenzia internazionale per l'energia (AIE), il consumo globale si "stabilizzerà" a 105,6 milioni di barili al giorno – il 4% in più rispetto allo scorso anno – grazie all'aumento delle vendite di veicoli elettrici e al miglioramento dell'efficienza del carburante.7

Parallelamente, l'AIE ha rilevato che la capacità di produzione di petrolio continua a salire, con uno "sconcertante" aumento dell'offerta di otto milioni di barili al giorno rispetto alla domanda entro il 2030. Di conseguenza, l’offerta globale di petrolio potrebbe restare con il livello di produzione inutilizzata più alto dai lockdown del Covid-19, ha aggiunto l'AIE.

Dal rapporto dell'AIE è emerso che, con la progressiva ripresa post-pandemia, il passaggio a energie pulite e il cambiamento della struttura dell'economia cinese, la crescita della domanda globale di petrolio sta rallentando e l'aumento dell'offerta di petrolio potrebbe incidere sui prezzi fino alla fine del decennio.

Secondo l'AIE, la domanda globale di petrolio dovrebbe aumentare nei prossimi anni, con una crescita prevista di circa 4 milioni di barili al giorno entro la fine del decennio. Questo aumento è attribuito alla crescita economica in Paesi come l'India e la Cina, associato all'aumento dei consumi nei settori dell'aviazione e della petrolchimica.

Tuttavia, si stima che nei Paesi sviluppati il consumo di petrolio continuerà il suo trend decrescente di lungo termine, scendendo dai 46 milioni di barili al giorno dello scorso anno a 43 milioni entro il 2030, il livello di consumo più basso dal 1991. Dal rapporto emerge anche che in Cina la domanda di petrolio si stabilizzerà entro la fine del decennio, toccando circa 18 milioni di barili al giorno. Inoltre, è previsto un incremento delle tasse sul carbonio, mentre le economie dei mercati emergenti, inclusa la Cina, cercano di espandere i rispettivi mercati nazionali del carbonio.8 Se i prezzi del carbonio aumentassero di conseguenza, nel tempo i prezzi del petrolio potrebbero diventare relativamente più alti rispetto all’elettricità per miglio percorso.9

Cavalcare l'onda dell'elettrificazione

Questi trend prevalenti e convergenti creano un contesto favorevole agli investimenti sostenibili, soprattutto lungo l'ampia filiera dei veicoli elettrici, che include l'industria mineraria, i fornitori di tecnologia automobilistica, i produttori di batterie e i fornitori di semiconduttori e soluzioni di sistema, tra gli altri.

I fornitori sono inoltre destinati a beneficiare della crescente elettrificazione delle auto in generale, ovvero del fatto che le auto con motore a combustione siano dotate di una tecnologia elettrica che le rende più efficienti dal punto di vista dei consumi. In pratica, con l'aumento dell'elettrificazione cresce anche la domanda dei prodotti dei fornitori.

Stiamo assistendo a un'importante transizione nel segmento dei veicoli elettrici: 31 nazioni hanno superato una soglia critica, ovvero i veicoli elettrici rappresentano il 5% delle vendite di auto nuove.10 Il superamento di questo traguardo indica l'inizio di un'accettazione diffusa, che prelude a un rapido spostamento delle preferenze tecnologiche verso i veicoli elettrici, con potenziali vantaggi per le case automobilistiche e i loro fornitori, tra cui aziende come TE Connectivity, Aptiv, Texas Instruments e Infineon.

L'elettrificazione è un tema cruciale per gli investitori ed è alla base del nostro approccio agli investimenti sostenibili. Fa anche parte di un tema d'investimento più ampio, ovvero il nesso tra digitalizzazione, elettrificazione e decarbonizzazione (DED). Questo tema riguarda tutti i settori dell'economia globale dato che, per decarbonizzare, dobbiamo elettrificare e digitalizzare.

Anche se non abbiamo investito in molti produttori di veicoli elettrici, poiché riteniamo che questo mercato sia piuttosto affollato e fortemente competitivo - con molti operatori storici accanto ai nuovi arrivati - vediamo molte opportunità interessanti per gli investitori nella catena del valore: le aziende che producono le tecnologie necessarie. Le valutazioni interessanti e i trend di crescita secolari di lungo termine rispecchiano quanto osservato in aree fortemente performanti, come l’informatica e l’intelligenza artificiale. Per queste ragioni, abbiamo mantenuto l'esposizione alla più ampia catena del valore dei veicoli elettrici e guardiamo con favore alle opportunità di investimento in quest'area del mercato.

1Bloomberg, "EV Slowdown Steers the World Further Off Course From Net Zero"

2Nordic Net Zero, The Green Business Opportunity (aprile 2022)

3Bloomberg, "Slowdown in US Electric Vehicle Sales Looks More Like a Blip"

4Recensione del Milken Institute, "The Not-So Certain Economics of Electric Vehicles"

5Banca Mondiale, "Electric Vehicles: An Economic and Environmental Win for Developing Countries"

6Università del Michigan, "Relative Costs of Driving Electric and Gasoline Vehicles in the Individual US States" (gennaio 2018)

7Agenzia internazionale per l'energia, Outlook di medio termine (giugno 2024)

8Caixin Global, "In Depth: China’s Push to Expand Its Carbon Market"

9National Bureau of Economic Research, "The Economics of Electric Vehicles"

10Bloomberg, "Electric Cars Pass Mass Adoption Tipping Point in 31 Countries"

Mercato emergente: l'economia di un Paese in via di sviluppo che sta effettuando una transizione verso una maggiore integrazione con l'economia globale. Questo processo può includere progressi in aree come la profondità e l'accesso ai mercati obbligazionari e azionari e lo sviluppo di istituzioni finanziarie e normative moderne.

Net zero: uno stato in cui i gas a effetto serra, come l'anidride carbonica (C02) che contribuiscono al riscaldamento globale, immessi nell'atmosfera sono bilanciati dalla loro rimozione dall'atmosfera.

I riferimenti a singoli titoli non costituiscono un invito ad acquistare, vendere o conservare tali titoli, strategie di investimento o settori di mercato, che non devono essere considerati necessariamente redditizi. Janus Henderson Investors, il suo consulente affiliato o i suoi dipendenti possono detenere una posizione nei titoli citati.

Non vi è alcuna garanzia che le tendenze passate continuino o che le previsioni si realizzino. Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

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Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

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Comunicazione di Marketing.

 

Glossario

 

 

 

Informazioni importanti

Si prega di leggere attentamente le seguenti informazioni sui fondi citati in questo articolo.

Janus Henderson Horizon Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 30 maggio 1985 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
    Rischi specifici
  • Le azioni/quote possono perdere valore rapidamente e di norma implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
  • Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
  • Un Fondo che presenta un’esposizione elevata a un determinato paese o regione geografica comporta un livello maggiore di rischio rispetto a un Fondo più diversificato.
  • Questo Fondo può avere un portafoglio particolarmente concentrato rispetto al suo universo di investimento o altri fondi del settore. Un evento sfavorevole riguardante anche un numero ridotto di posizioni potrebbe creare una notevole volatilità o perdite consistenti per il Fondo.
  • Il Fondo si attiene a un approccio d'investimento sostenibile, il che potrebbe condurlo ad essere sovrappesato e/o sottopesato in alcuni settori e pertanto a realizzare performance diverse da quelle di fondi con obiettivi analoghi, ma che non si avvalgono di criteri d'investimento sostenibile per la selezione dei titoli.
  • Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia i suoi obblighi contrattuali.
  • Qualora il Fondo detenga attivi in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (in assenza di "copertura"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
  • Se il Fondo, o una classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra la valuta di denominazione e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d'interesse a breve termine tra le due valute.
  • I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
  • Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.
Janus Henderson Horizon Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 30 maggio 1985 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
    Rischi specifici
  • Le azioni/quote possono perdere valore rapidamente e di norma implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
  • Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
  • Il Fondo si attiene a un approccio d'investimento sostenibile, il che potrebbe condurlo ad essere sovrappesato e/o sottopesato in alcuni settori e pertanto a realizzare performance diverse da quelle di fondi con obiettivi analoghi, ma che non si avvalgono di criteri d'investimento sostenibile per la selezione dei titoli.
  • Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia i suoi obblighi contrattuali.
  • Qualora il Fondo detenga attivi in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (in assenza di "copertura"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
  • Se il Fondo, o una classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra la valuta di denominazione e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d'interesse a breve termine tra le due valute.
  • I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
  • Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.
  • Il Fondo segue uno stile d’investimento di tipo “growth” che privilegia determinati tipi di società. Conseguentemente, il Fondo potrebbe sottoperformare o sovraperformare significativamente la media del mercato.