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Quick View: Come interpretare l'ultima riunione di politica monetaria della Fed

La Federal Reserve (Fed) ha lasciato i tassi invariati, ha allontanato l'ipotesi di un rialzo dei tassi e ha annunciato l'intenzione di rallentare la riduzione del proprio bilancio. Il Gestore di portafoglio Meyer analizza la decisione della Fed e ne discute la rilevanza per gli investitori.

Seth Meyer, CFA

Seth Meyer, CFA

Global Head of Client Portfolio Management | Gestore di portafoglio


1 maggio 2024
4 min di visione

In sintesi

  • Sebbene abbia scelto di mantenere i tassi stabili, la Federal Reserve (Fed) ha spazzato via ogni timore che la sua prossima mossa potesse essere un aumento dei tassi, annunciando anche l'intenzione di rallentare la contrazione del bilancio.
  • Nonostante una certa viscosità negli ultimi mesi, l'inflazione ha mantenuto la tendenza al ribasso nell'ultimo anno, un chiaro segnale che la politica restrittiva sta funzionando, anche se a un ritmo più lento di quanto i mercati avessero previsto. Pertanto, riteniamo che riguardo ai tagli dei tassi la domanda da porsi non sia se, ma piuttosto quando cominceranno.
  • Le aspettative sul percorso dei tassi sono state al centro dell'attenzione, ma crediamo che gli investitori non debbano far dipendere le loro decisioni da tali proiezioni. A nostro avviso, con i rialzi ormai decisamente fuori questione, dovrebbero invece approfittare dei rendimenti più elevati disponibili in attesa di quei tagli.

 

L'indice dei prezzi al consumo (IPC) è un indice non gestito che rappresenta il tasso di inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, come determinato dal Dipartimento di statistiche sul lavoro statunitense.

La duration misura la sensibilità del prezzo di un'obbligazione alle variazioni dei tassi d'interesse. Più lunga è la duration di un'obbligazione, maggiore è la sua sensibilità alle variazioni dei tassi d'interesse e viceversa.

Spesa per consumi personali (PCE) Una misura di quanto spendono i consumatori in beni e servizi negli Stati Uniti. Costituisce una componente significativa del PIL complessivo.

Volatilità La velocità e la misura in cui il prezzo di un portafoglio, di un titolo o di un indice, si muove verso l'alto e verso il basso.

Rendimento: il livello di reddito di un titolo in un determinato periodo, in genere espresso come tasso percentuale. Per le obbligazioni, questo valore si calcola dividendo l'importo della cedola per il prezzo corrente dell'obbligazione.

INFORMAZIONI IMPORTANTI

I titoli obbligazionari sono soggetti al rischio di tasso d'interesse, inflazione, credito e default.  Il mercato obbligazionario è volatile. Quando i tassi d'interesse aumentano, i prezzi delle obbligazioni di solito scendono e viceversa. Il rimborso del capitale non è garantito e i prezzi possono diminuire se un emittente non effettua pagamenti puntuali o se la sua solidità creditizia si deteriora.

I prodotti cartolarizzati, come i titoli garantiti da ipoteca (MBS) e da asset (ABS), sono più sensibili alle variazioni dei tassi d'interesse, presentano il rischio di proroga e pagamento anticipato e sono soggetti a maggiori rischi di credito, valutazione e liquidità rispetto ad altri titoli a reddito fisso.

JHI

JHI

Seth Meyer: Salve, sono Seth Meyer, gestore di portafoglio in ambito obbligazionario qui in Janus Henderson, e vi fornirò un rapido aggiornamento su ciò che abbiamo visto nella riunione della Fed di oggi traendone alcune conclusioni.

In realtà non è cambiato nulla rispetto a ciò che si aspettava la Fed o il mercato. I mercati avevano davvero iniziato a scontare la possibilità che la Fed pronunciasse la parola che non volevamo sentire, ovvero "rialzo"... ma la Fed ha fatto di tutto oggi per dirci che non solo un rialzo è completamente fuori questione, ma nella maggior parte dei casi e nella maggior parte degli scenari, è più probabile un taglio. Ora, se pensiamo alle previsioni di marzo, che indicavano tre tagli, o a quelle di inizio anno, che ne segnalavano sei, siamo ampiamente al di sotto di quelle stime, e questo è chiaro.

Ma quale sarà il numero effettivo? Molto probabilmente, qualcosa tra zero e uno per l'anno è il livello che la Fed si aspetta di raggiungere. Le ragioni sono chiare: l'inflazione sta superando le attese nella fase iniziale dell'anno. Che si guardi all'IPC (indice dei prezzi al consumo) o al parametro preferito dalla Fed, che è il PCE (indice della spesa per consumi personali), l'inflazione è più calda di quanto si aspettasse la banca centrale. A preoccupare è anche la viscosità delle pressioni inflazionistiche evidenti.

La crescita economica rimane relativamente resiliente e di fatto l'occupazione si conferma relativamente robusta. La Fed in realtà apprezza molto entrambi questi aspetti. Penso che ciò che la Fed sta davvero cercando di fare sia solo guadagnare tempo. Se penso alle prospettive e alle previsioni e a dove la Fed può portare i tassi, si tratta solo di tenere duro e aspettare di vedere se ha fatto abbastanza.

Cinque e 3/8, al punto intermedio dell'intervallo, è un livello sufficiente per cominciare davvero a risolvere questo enigma dell'inflazione con cui le autorità sono alle prese ormai da parecchio tempo? Resta da vedere. È molto chiaro dalle conversazioni di oggi, sia nel comunicato che nella conferenza stampa, che la parola "rialzo" non solo non è stata discussa, ma non era neanche nella mente dei presenti.

L'unica vera novità che abbiamo ricavato dalla comunicazione della Fed è stata la conferma della contrazione del bilancio, solo a un ritmo più lento. I banchieri centrali hanno preferito lasciare il tasso di riduzione dei mutui esattamente come prima, rallentando però il deflusso di Treasury da 60 a 25 miliardi di dollari al mese. Quindi, anche se continuano a ridimensionare il bilancio in aggregato, hanno scelto di farlo più lentamente.

Noi di Janus Henderson restiamo convinti che la politica restrittiva della Fed stia frenando la crescita economica e l'inflazione, ma è chiaro che lo sta facendo a un ritmo più lento rispetto a quello osservato alla fine del 2023. Pensiamo anche che la pazienza sia il rimedio giusto. In questo momento riteniamo che più a lungo viene mantenuta la linea restrittiva, più è probabile che la Fed riesca a tornare al livello obiettivo del 2%.

Guardando avanti e pensando all’impiego del capitale dal punto di vista di un investitore, crediamo fermamente in un approccio multisettoriale a questo mercato obbligazionario per generare i migliori rendimenti corretti per il rischio. Il motivo principale è che la volatilità che la Fed sta generando oggi nei mercati obbligazionari crea numerose opportunità, sia se confrontiamo gli asset cartolarizzati con il credito societario, sia se facciamo leva sulla duration laddove appropriato.

A prescindere che i tassi siano più alti più a lungo o più alti per adesso, riteniamo che gli investitori dovrebbero davvero approfittare di questi rendimenti ai massimi decennali.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

Non vi è alcuna garanzia che le tendenze passate continuino o che le previsioni si realizzino.

 

Comunicazione di Marketing.

 

Glossario

 

 

 

Seth Meyer, CFA

Seth Meyer, CFA

Global Head of Client Portfolio Management | Gestore di portafoglio


1 maggio 2024
4 min di visione

In sintesi

  • Sebbene abbia scelto di mantenere i tassi stabili, la Federal Reserve (Fed) ha spazzato via ogni timore che la sua prossima mossa potesse essere un aumento dei tassi, annunciando anche l'intenzione di rallentare la contrazione del bilancio.
  • Nonostante una certa viscosità negli ultimi mesi, l'inflazione ha mantenuto la tendenza al ribasso nell'ultimo anno, un chiaro segnale che la politica restrittiva sta funzionando, anche se a un ritmo più lento di quanto i mercati avessero previsto. Pertanto, riteniamo che riguardo ai tagli dei tassi la domanda da porsi non sia se, ma piuttosto quando cominceranno.
  • Le aspettative sul percorso dei tassi sono state al centro dell'attenzione, ma crediamo che gli investitori non debbano far dipendere le loro decisioni da tali proiezioni. A nostro avviso, con i rialzi ormai decisamente fuori questione, dovrebbero invece approfittare dei rendimenti più elevati disponibili in attesa di quei tagli.