Espresso Europeo: le riforme post-elettorali potrebbero ridare energia a una Germania in stagnazione
Nell'ambito della nostra serie Espresso, che offre un mix di opinioni qualificate sull'azionario europeo, il Gestore di portafoglio Robert Schramm-Fuchs delinea le prospettive di riforme strutturali in Germania, dopo il crollo del governo di coalizione.
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In sintesi
- La Germania si prepara a nuove elezioni, dopo la caduta del governo di coalizione guidato dal cancelliere Scholz, la scorsa settimana.
- Il Paese attraversa da quasi tre anni una stagnazione permanente, aggravata dalla crisi energetica europea, eredità di due decenni di limitate riforme strutturali.
- L'elezione di un governo incentrato sulle riforme, con un piano prioritario volto ad alleggerire la burocrazia e a semplificare la struttura fiscale, potrebbe contribuire a dare nuovo impulso alla Germania, come motore al cuore dell'Europa.
Volevo esprimere la nostra opinione sulle elezioni tedesche. La settimana scorsa, avrete assistito come noi al naufragio della coalizione di governo tedesca, e sembra che ora ci sia un accordo per la tenuta di nuove elezioni il 23 febbraio. Ma prima, nelle prossime settimane, ci sarà un voto di sfiducia nei confronti dell'attuale Cancelliere e dell'attuale governo.
Cosa significa per i mercati azionari? Riteniamo che in realtà sia una buona notizia, perché la Germania è rimasta in stagnazione permanente, negli ultimi due anni e mezzo o tre anni. Da quando è scoppiata la crisi energetica in Europa, la situazione si è aggravata. Ma i problemi di fondo risalgono a molto prima.
La Germania ha attuato la sua ultima serie di riforme strutturali nel 2003 e nel 2004. La cosiddetta "Agenda 2010", all'epoca del Cancelliere Schröder. I governi successivi, negli anni della Merkel, e di recente nel periodo di governo del Cancelliere Scholz, hanno sostanzialmente vivacchiato sulle riforme di 20 anni fa, diluendo il programma nel tempo. La posizione competitiva della Germania, la produttività del lavoro, e così via, hanno quindi continuato a peggiorare. Come negli anni '90, la Germania è tornata ad essere il malato d'Europa.
La buona notizia è che il candidato in testa ai sondaggi elettorali, il conservatore Friedrich Merz, ha un vero e proprio programma di riforme. I dettagli saranno pubblicati nelle prossime settimane. Ma Merz promette di essere il candidato del significativo alleggerimento della burocrazia e della semplificazione della legislazione fiscale. Una specie di mini-Trump, se vogliamo, in termini di deregolamentazione, de-burocratizzazione; e di una generale semplificazione per chi fa business, con un calo dei costi correlati.
Questa è una buona notizia per il mercato azionario. All'inizio di quest'anno, l'indice MSCI Germany è già sceso dai minimi pluriennali rispetto al resto d'Europa. Ma c'è ancora molto da fare. Siamo convinti che le elezioni potrebbero essere un buon punto di partenza per recuperare la sottoperformance degli ultimi anni, e la Germania potrebbe tornare ad essere la locomotiva di cui l'Europa ha così disperatamente bisogno, invece del Gran Malato al centro dell'Europa occidentale.
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