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Sfruttare temi globali nell'azionario europeo nel 2024

Tom O'Hara, gestore di portafogli azionari europei, illustra le sue prospettive per l'asset class nel 2024.

Tom O'Hara

Tom O'Hara

Gestore di portafoglio


20 dicembre 2023
5 min di visione

In sintesi

  • Il periodo di deglobalizzazione che ci attende sarà probabilmente caratterizzato dalla costituzione di nuovi impianti di produzione ad alta intensità di capitale, automazione, centri dati e reinvestimenti in infrastrutture.
  • Si tratta di un fenomeno molto importante in termini di destinazione della spesa in conto capitale e di quali aziende ne beneficeranno.
  • L'Europa offre accesso a società globali a valutazioni ragionevoli, molte delle quali sono leader nel loro settore.

Quali temi influenzeranno maggiormente le azioni europee nel 2024?

Ovviamente, dire che non ne ho idea non è una buona risposta. Quindi, pensando più in generale, possiamo aspettarci più paranoia, più volatilità e un comportamento più erratico sui mercati, dove tutti sono ossessionati dalla recessione, dall'inflazione e dal dubbio se i tassi d'interesse abbiano raggiunto il picco oppure no.

A prescindere se sarà un atterraggio morbido o di un atterraggio duro, possiamo aspettarci altre turbolenze. Ma non mi dispiace. Sfrutterò la situazione come un'opportunità per acquistare le aziende che ritengo destinate ad avere successo non solo nel 2024, ma in teoria anche nel prossimo decennio.

La quantità di denaro speso per la costruzione di fabbriche negli Stati Uniti in questo momento ha raggiunto quasi lo 0,6% del PIL: un tale livello di spesa per creare capacità produttiva non si vedeva dal 1990.

L'importanza di questo è che si tratta di un cambiamento generazionale, da prima che venisse istituita l'Organizzazione Mondiale del Commercio (e credo che dovremmo vedere la nuova era in cui ci troviamo in quest'ottica). Abbiamo avuto oltre 30 anni di globalizzazione sempre più intensa, che ha spostato la produzione in Asia, ma adesso siamo in un periodo di inversione di tendenza. Anche se è solo un'inversione parziale, può essere molto potente in termini di dove si concentrerà la spesa di capitale e quali aziende ne beneficeranno.

Dove sono le opportunità più interessanti in Europa?

Innanzitutto, non bisogna limitarsi a investire in Europa in sé e per sé. L'importante è accedere a società quotate o nate in Europa, ma che di fatto hanno rilevanza globale, sono dominanti a livello mondiale in ciò che fanno e leader nei rispettivi settori. Questo, unito ad alcuni importanti cambiamenti che stiamo vedendo nel mondo attualmente, che definirei a grandi linee come un "superciclo" di spesa per immobilizzazioni, ci offre un'ottima opportunità di investire in leader globali quotati in Europa, ma [che] hanno accesso a questi temi globali e alla globalizzazione, agli enormi investimenti nell'intelligenza artificiale, al cloud computing, tutti elementi che nell'insieme creano appunto un superciclo di capex.

Allora, parliamo dei tipi di aziende che riteniamo molto interessanti in questo momento. Ci sono quelle che prospereranno nonostante le turbolenze macroeconomiche. E sembra un gioco di parole, perché sto per citare il settore aerospaziale.

Non è stato intenzionale, ma il settore aerospaziale è molto, molto resiliente. Un settore in forte crescita. Abbiamo campioni globali qui in Europa. Abbiamo Airbus, che è uno dei due [principali] costruttori di aerei a livello globale. Abbiamo Safran, che produce i motori per gli aerei. E sono aziende che in pratica hanno un portafoglio ordini di dieci anni.

E poi ci sono le imprese che prospereranno, forse grazie al nuovo regime economico in cui ci troviamo, in particolare ai tassi d'interesse più elevati. L'aumento dei tassi riporta la disciplina nelle industrie. E credo che alcuni settori ne trarranno vantaggio, o più precisamente, a beneficiare della razionalità economica saranno le grandi società affermate e potenti di quei settori. La birra è un esempio di cui ci piace parlare molto, perché anche a noi nel team piace bere.

AB InBev è il più grande produttore di birra al mondo e, con i tassi d'interesse e l'inflazione a livelli più alti, sta vedendo birrifici artigianali, di piccole dimensioni, molti dei quali sono sorti negli ultimi 10-15 anni durante il periodo di bassi tassi d'interesse, costretti a chiudere i battenti. E così l'industria della birra si sta consolidando nelle mani di incumbent potenti avvantaggiati dalla scala industriale.

E poi, terzo e ultimo punto, bisogna accedere ai cosiddetti "picks and shovels" di questo superciclo di spesa in conto capitale. Possono essere società di materiali pesanti che svolgono opere di scavo, costruiscono strade e autostrade, come CRH o Holcim. Oppure aziende di beni strumentali che forniscono l'hardware e il software di automazione degli impianti produttivi o gestiscono i centri dati. E chiaramente ci sono anche le società di macchinari per semiconduttori, area in cui l'Europa eccelle.

Parliamo di un ecosistema olandese molto interessante, che fornisce i macchinari necessari per produrre tutti i chip di cui avremo bisogno in abbondanza nei prossimi anni.

Qual è l'aspetto più importante per un investitore in Europa?

In Europa è possibile ottenere esposizione ad aziende leader globali a prezzi molto ragionevoli. Spesso sono scambiate a uno sconto rispetto alle controparti statunitensi, che presentano quotazioni esose.

In Europa si trovano aziende molto brave a produrre e a fare le cose: molte delle cose che serviranno per quello che si prospetta, ovvero la deglobalizzazione, la costruzione di nuove capacità produttive nel mondo occidentale con un uso intenso di capitale, l'automazione di queste fabbriche, la costruzione di centri dati, il reinvestimento nelle infrastrutture - strade, ferrovie, ponti e così via.

Qui in Europa abbiamo aziende che non offrono solo la possibilità di puntare sull'Europa, ma danno accesso a temi globali.

Spese di capitale (capex): denaro investito per acquisire o aggiornare attività fisse come edifici, macchinari, attrezzature o veicoli, al fine di mantenere o migliorare le operazioni e favorire la crescita futura.

Inflazione - Il tasso di aumento dei prezzi di beni e servizi in un'economia. Due parametri usati comunemente per misurarla sono l'indice dei prezzi al consumo (CPI) e l'indice dei prezzi al dettaglio (RPI).

Macroeconomia - La macroeconomia è la branca dell'economia che considera i fattori su larga scala relativi all'economia, come l'inflazione, la disoccupazione o la produttività.

Volatilità: il tasso e la misura in cui il prezzo di un portafoglio, di un titolo o di un indice, si muove verso l'alto e verso il basso. Se il prezzo oscilla con movimenti ampi, la volatilità è alta, mentre se i movimenti sono più lenti e di minore entità, la volatilità è più bassa. Più alta è la volatilità, più alto è il rischio dell'investimento.

I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non si deve presumere che i titoli menzionati saranno redditizi.

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Comunicazione di Marketing.

 

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20 dicembre 2023
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In sintesi

  • Il periodo di deglobalizzazione che ci attende sarà probabilmente caratterizzato dalla costituzione di nuovi impianti di produzione ad alta intensità di capitale, automazione, centri dati e reinvestimenti in infrastrutture.
  • Si tratta di un fenomeno molto importante in termini di destinazione della spesa in conto capitale e di quali aziende ne beneficeranno.
  • L'Europa offre accesso a società globali a valutazioni ragionevoli, molte delle quali sono leader nel loro settore.