Espresso europeo: Rendere di nuovo grandi le aziende europee di materiali da costruzione
Nell'ambito della nostra serie Espresso, che fornisce un mix di opinioni qualificate sulle azioni europee, il gestore di portafoglio Tom O'Hara condivide qualche spunto sulla stagione dei risultati societari in Europa, analizzando l'impatto che la spesa pubblica statunitense sta avendo sulle aziende europee di materiali da costruzione.
7 min di visione
In sintesi
- In una stagione di risultati contrastanti per le aziende europee, spiccano le performance stellari di alcune società di materiali da costruzione quotate nella regione.
- Cruciale per i risultati positivi è stata l'esposizione al mercato statunitense, grazie agli investimenti del governo statunitense nelle infrastrutture, ma anche ai sussidi concepiti per invogliare le imprese statunitensi a "rimpatriare" gli impianti produttivi.
- Tutto questo corrobora la nostra opinione secondo cui ci troviamo in un "superciclo" della spesa in conto capitale caratterizzato da un intervento governativo diretto, con benefici potenzialmente significativi per le società e i settori ben posizionati dal punto di vista strategico.
Cosa sta succedendo nei materiali da costruzione? È la prova che non tutto nel mercato azionario europeo, ma anche nel mercato azionario globale, ruota esclusivamente intorno all'intelligenza artificiale e alle terapie per il diabete e l'obesità.
Le società del settore, nello specifico quelle quotate in Europa ma con un'ottima esposizione all'economia statunitense, stanno andando molto bene da circa 12-18 mesi. Proprio oggi, mentre stiamo registrando, CRH ha appena pubblicato i dati sugli utili che sono stati molto bene accolti. Il titolo è in rialzo di circa il 6-7%, che va ad aggiungersi a un progresso annuo di circa il 70%. Allo stesso modo, anche i risultati diffusi ieri da Holcim, altra società quotata in Europa ma con un'ottima esposizione agli Stati Uniti, hanno suscitato entusiasmo sul mercato.
Cosa sta succedendo? In particolare, cosa sta succedendo negli Stati Uniti? Una delle cose di cui abbiamo parlato molto a livello tematico più o meno nell'ultimo anno è quella che vediamo come la fase iniziale di un "superciclo" di capex (spesa in conto capitale), che coinvolge diverse aree. Riguarda la spesa pubblica, quindi lo stimolo fiscale in settori strategici chiave, comprese le infrastrutture pubbliche. E sono anche le aziende a spendere tanto, in particolare le big tech negli Stati Uniti, stanno investendo centinaia di miliardi di dollari nella costruzione di data center. Tutta questa attività sta davvero aiutando le società di materiali edili, dato che la prima cosa da fare in molti casi è iniziare a scavare, versare cemento e materiali aggregati, e così via.
CRH ha fatto commenti interessanti nell'outlook diffuso oggi e mi sembra utile condividerli. Il comunicato dice qui: "si prevede che le nostre operazioni in Nord America beneficeranno dell'aumento dell'attività infrastrutturale sostenuta da forti finanziamenti federali e statali, mentre gli investimenti in iniziative di produzione critica e di energia pulita dovrebbero sostenere i segmenti chiave non residenziali". Si tratta davvero di una conferma o una reiterazione di quelle tendenze che abbiamo raggruppato in questo superciclo di investimenti fissi.
Ma concentriamoci un attimo sulla componente governativa del fenomeno. Se guardiamo agli Stati Uniti in questo momento, il paese ha un deficit di bilancio pari a circa il 7,5% del PIL. Questo è molto insolito, tranne nei casi di un'economia di guerra. Non vedevamo un livello del genere da molto tempo. E dipende dal fatto che il governo sta intervenendo direttamente, immettendo direttamente fondi nell'economia reale. Questo si riflette nella quantità di denaro che viene speso per le autostrade, le ferrovie, i ponti, e anche negli incentivi offerti alle aziende per riportare gli impianti di produzione entro i confini degli Stati Uniti. E possono essere data center, oppure impianti di produzione di semiconduttori e altre attività manifatturiere ritenute strategicamente critiche.
C'è molto da fare negli Stati Uniti, e noi in Europa possiamo ottenere esposizione attraverso alcuni dei nomi elencati qui, che hanno un'impronta molto forte negli Stati Uniti.
I riferimenti a singoli titoli non costituiscono un invito ad acquistare, vendere o conservare tali titoli, strategie di investimento o settori di mercato, che non devono essere considerati necessariamente redditizi. Janus Henderson Investors, il suo consulente affiliato o i suoi dipendenti possono detenere una posizione nei titoli citati.
JHI
JHI
Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.
Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.
Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.
Non vi è alcuna garanzia che le tendenze passate continuino o che le previsioni si realizzino.
Comunicazione di Marketing.
Informazioni importanti
Si prega di leggere attentamente le seguenti informazioni sui fondi citati in questo articolo.
- Le azioni/quote possono perdere valore rapidamente e di norma implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
- Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
- Un Fondo che presenta un’esposizione elevata a un determinato paese o regione geografica comporta un livello maggiore di rischio rispetto a un Fondo più diversificato.
- Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia i suoi obblighi contrattuali.
- Qualora il Fondo detenga attivi in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (in assenza di "copertura"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
- Se il Fondo, o una classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra la valuta di denominazione e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d'interesse a breve termine tra le due valute.
- I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
- Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.