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Small cap globali: non più il brutto anatroccolo

Mentre le dinamiche di mercato cambiano e le mega cap tecnologiche mostrano segnali di vulnerabilità, il Gestore di portafoglio Nick Sheridan spiega perché le small cap globali, con il potenziale di crescita e diversificazione che le caratterizza, sono pronte a ripartire alla grande.

Nick Sheridan

Nick Sheridan

Gestore di portafoglio


4 novembre 2024
6 minuti di lettura

In sintesi

  • Le small cap globali storicamente sono state messe in ombra dal predominio dei titoli tecnologici a mega capitalizzazione, ma hanno un notevole potenziale di crescita e diversificazione.
  • L'attuale contesto di mercato, in cui l'attenzione si sta spostando dalle mega cap tecnologiche a causa delle performance in declino e dello scenario di tassi d'interesse favorevole, segnala un momento maturo per ricalibrare i portafogli verso le small cap.
  • Gli investitori dovrebbero considerare una ricerca attiva di azioni small cap, concentrandosi sulla selezione dei titoli per identificare le società con un elevato potenziale di crescita e bilanci solidi, e un'esposizione alle tendenze strutturali di lungo periodo.

Le small cap hanno un problema di immagine. Come possono risolverlo? In un'epoca di dominio delle "mega cap" tecnologiche note come MAG 7, le small cap globali hanno faticato a mantenere visibilità, con tutta l'enfasi dei media focalizzata sui grandi temi macro (come l'intelligenza artificiale), che hanno catturato l'attenzione degli investitori e portato a multipli sempre più elevati per un manipolo di nomi in pieno ciclo di hype.

In questo contesto, i titoli a bassa capitalizzazione hanno faticato a tenere il passo con le large cap in termini di performance, ma i cicli di mercato di questo tipo non sono una novità. Il ciclo di sovraperformance delle large cap più recente si è protratto a lungo, ma ci sono stati molti altri periodi in cui i titoli small cap hanno superato quelli a maggiore capitalizzazione, grazie a una crescita degli utili costantemente più elevata (Figura 1).

Figura 1: Le società di minori dimensioni registrano costantemente una crescita degli utili più elevata rispetto alle large cap

Fonte: ricerca JPMorgan, Janus Henderson Investors Analysis, al 31 dicembre 2023. La crescita è misurata in base all'aumento dell'EBITDA – utili prima di interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento. Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri.

Negli ultimi anni, i tecnologici a mega-capitalizzazione si sono presi sulle spalle il mercato azionario, ma nel 2024 finalmente sono apparse le prime crepe nel profilo di questi titoli, quando neanche la crescita robusta è bastata a soddisfare le aspettative ingorde del mercato, e questo ha spinto gli investitori a cercare valore altrove.

La tesi a favore delle small cap

Con il picco del ciclo dei tassi d'interesse ormai ampiamente superato e le banche centrali che continuano a tagliare il costo del denaro per favorire uno scenario di "soft landing", è ipotizzabile che gli investitori proseguano con la ricalibrazione dei portafogli verso le aree del mercato che storicamente hanno tratto i maggiori benefici dai tassi d'interesse più bassi, a cominciare dalle small cap.

Al di là delle tendenze macro, la chiave per la sovraperformance delle small cap è la loro capacità di incrementare gli utili a un ritmo che le società più capitalizzate faticano a eguagliare su base costante. Per un'azienda come Apple, è difficile realizzare un'espansione significativa da un fatturato annuo di 400 miliardi di dollari, data la penetrazione esistente del marchio, mentre per una piccola impresa è più facile aumentare le vendite espandendosi in nuovi mercati, acquisendo nuovi clienti o ampliando la gamma di prodotti.

Bisogna pensare anche al fatto che gli investitori possono utilizzare le small cap come diversificatore, date le evidenti differenze strutturali fra queste società e quelle più capitalizzate. Le small cap tendono a operare più nell'industria o nei materiali che nella tecnologia e generalmente si rivolgono in prevalenza ai mercati locali. Di conseguenza, un'allocazione nelle small cap espone gli investitori a diversi fattori strutturali, come ad esempio la deglobalizzazione (ossia la ricostruzione di linee di produzione nazionali, dopo anni di esternalizzazione in luoghi come la Cina).

Ciò non toglie, però, che questi settori stiano partecipando anche ai mega trend globali, in quanto forniscono componenti, prodotti e materie prime di cui ha bisogno la tecnologia in rapida evoluzione per sostenerne la crescita. Sono moltissime le small cap che stanno attingendo all'enorme ciclo di investimenti strutturali a lungo termine delle principali società tecnologiche, piuttosto che fare affidamento sulle variabili della domanda dei consumatori.

L'argomentazione "sempreverde" a favore di un investimento nelle small cap è il vento in poppa persistente creato dalle attività di fusione e acquisizione (M&A). Al di là delle differenze regionali, la stragrande maggioranza di tutte le operazioni di M&A include l'acquisizione di aziende a bassa capitalizzazione da parte di una rivale più grande (Figura 2). Le grandi società acquistano quelle piccole, spesso a un premio significativo sul prezzo vigente.

Figura 2: Il 95% delle operazioni di M&A coinvolge una small cap come società target

Fonte: Bloomberg, Factset, elaborazioni JPMorgan, Janus Henderson Investors Analysis, al 30 settembre 2024. Escluse azioni con capitalizzazione di mercato inferiore a 100 milioni di dollari.

A che punto sono le valutazioni delle small cap?

In definitiva, le small cap continuano a riscuotere scarso interesse e a essere trascurate, ma vediamo una domanda accumulata notevole, con gli investitori che non hanno ancora piena fiducia nell'economia, più in Europa e nel Regno Unito che negli Stati Uniti.

Le società più piccole nel Regno Unito hanno attraversato un periodo difficile negli ultimi anni, in cui all'incertezza sulla Brexit si sono aggiunti gli aumenti dei costi dovuti ai tassi di interesse e le aliquote di imposta più elevate sui redditi societari. Vediamo il 2024 come un periodo di trasformazione e le small cap del Regno Unito probabilmente non sono più il brutto anatroccolo. La crescita dell'economia è in fermento, l'inflazione è sotto controllo e c'è un nuovo governo con un chiaro mandato per la crescita. I bilanci sono solidi e vediamo molte società di dimensioni minori con una posizione netta di cassa positiva (45% al 30 settembre 2024).

Peraltro stiamo osservando anche un ritorno di interesse per le fusioni e acquisizioni, soprattutto da parte di investitori esteri e private equity. Nel contempo, però, vediamo anche molte operazioni di buyback, con le aziende che iniziano a riconoscere il proprio valore, invece di essere solo obiettivi maturi per l'acquisizione da parte di società concorrenti di dimensioni maggiori.

L'Europa sarà anche percepita come vetusta e magari noiosa, ma non bisogna dimenticare che le small cap europee probabilmente hanno il potenziale latente più importante a livello regionale. L'Europa conta molte aziende straordinarie esposte a tutti i temi di crescita strutturale immaginabili: società con prodotti o materiali oggetto di una domanda costante, o che dispongono di risorse scarse o competenze particolari, per cui vengono pagate qualunque cosa accada sul mercato.

Finora ci siamo concentrati sul Regno Unito e l'Europa, ma la situazione globale non è diversa. Da metà luglio 2024 le small cap statunitensi hanno mostrato segnali di rinascita, inizialmente grazie all'aspettativa di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense, che poi si sono concretizzati. Adesso il dubbio è che le possano essere sulla soglia di una rotazione prolungata. Vediamo un ampio potenziale di selezione additiva dei titoli nello spazio delle small cap globali, dati i prezzi attuali (Figura 3).

Figura 3: Le small cap offrono molte opportunità per gli stock picker

Fonte: DataStream, indici MSCI small cap regionali, Janus Henderson Investors Analysis, al 30 settembre 2024. Il rapporto prezzo/utili a termine (P/E forward) è una versione del rapporto prezzo/utili (P/E) calcolato utilizzando gli utili previsti. Non vi è alcuna garanzia che le tendenze passate continuino o che le previsioni si realizzino. Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri.

Le società più piccole sono ancora un terreno inesplorato per gli investitori

L'aspetto cruciale da tenere presente riguardo alle small cap è che le aziende in questo segmento sono largamente trascurate dalla ricerca, sebbene rappresentino un universo molto vasto. Vi si possono individuare società redditizie, che generano liquidità e hanno una lunga storia documentata, oltre a essere attori dominanti in settori spesso di nicchia, ma essenziali. Eppure molti investitori non sanno nemmeno cosa facciano.

Forse chi investe deve faticare un po' di più per trovare aziende potenzialmente in grado di offrire buoni risultati, ma identificare una società growth di qualità che genera un elevato ritorno sul capitale ed è stata trascurata dal mercato, o individuare un catalizzatore di cambiamento, come un nuovo CEO con un piano chiaro per rivoluzionare l'azienda, può trasformare completamente l'esito di un investimento.

In definitiva, la valutazione è importante. Il prezzo pagato all'inizio del ciclo di vita dell'investimento in un asset è fondamentale per determinare il rendimento che si otterrà. E al momento, le valutazioni in tutto l'universo delle small cap meritano indubbiamente attenzione, sia rispetto ai livelli storici che in confronto al segmento delle large cap. Questo, a nostro giudizio, dovrebbe essere un messaggio centrale per gli investitori al punto del ciclo in cui siamo.

Bilancio: rendiconto finanziario che fotografa attività, passività e patrimonio netto in un determinato momento. Ogni segmento fornisce agli investitori un'idea di ciò che l'azienda possiede e deve, nonché dell'importo investito dagli azionisti. Si chiama bilancio a causa dell'equazione contabile: attività = passività + patrimonio netto.

Buyback: si verifica quando una società riacquista le proprie azioni sul mercato, riducendo così il numero di azioni in circolazione, con conseguente aumento del valore di ciascuna azione rimanente. Questo fa aumentare la quota della società detenuta dagli azionisti esistenti, incluso l'importo dovuto sotto forma di futuri dividendi. In genere segnala l'ottimismo dell'azienda sul futuro e una possibile sottovalutazione del suo patrimonio netto.

Spesa per investimenti o in conto capitale (capex): denaro investito per acquisire o aggiornare immobilizzazioni come edifici, macchinari, attrezzature o veicoli al fine di mantenere o migliorare le operazioni e promuovere la crescita futura.

Diversificazione: un modo per distribuire il rischio mescolando diversi tipi di asset/classi di attivi in un portafoglio, partendo dal presupposto che tali asset si comporteranno in modo diverso in un determinato scenario. Gli asset con una bassa correlazione dovrebbero fornire la massima diversificazione.

EBITDA: l'utile prima di interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento (EBITDA) è un parametro utilizzato per misurare la redditività di un'azienda al netto di spese e costi associati, imposte e debiti.

Inflazione: il tasso di aumento dei prezzi di beni e servizi in un'economia. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) e l'indice dei prezzi al dettaglio (RPI) sono due parametri comunementi utilizzati.

Ciclo dei tassi di interesse: l'aumento e la diminuzione dei tassi di interesse nel tempo.

MAG 7: Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla: sette grandi aziende tecnologiche conosciute collettivamente come i Magnifici Sette.

Mega cap: la fascia più alta per le società in termini di capitalizzazione di mercato. Le società con una valutazione (capitalizzazione di mercato) superiore a 200 miliardi di dollari negli Stati Uniti sono considerate mega cap. Si tratta di società importanti e altamente riconoscibili con esposizione internazionale, che spesso rappresentano una ponderazione significativa in un indice.

Small cap: società con una valutazione (capitalizzazione di mercato) compresa entro una determinata fascia, ad es. tra 300 milioni e 2 miliardi di dollari negli Stati Uniti, anche se queste cifre in genere rappresentano solo una stima. I titoli small cap potenzialmente offrono una crescita più rapida rispetto a quelli di società più grandi, a fronte di una maggiore volatilità.

Macro: fattori su larga scala legati all'economia, come l'inflazione, la disoccupazione o la produttività.

Private equity: investimento in una società non quotata in borsa. Tende a coinvolgere investitori che impegnano grandi quantità di denaro per lunghi periodi di tempo.

Redditività del capitale: una misura del ritorno di un'azienda sulla sua spesa. Una redditività del capitale più elevata indica generalmente che un team di gestione è più efficiente nel generare ricavi dagli investimenti.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

Non vi è alcuna garanzia che le tendenze passate continuino o che le previsioni si realizzino.

 

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